a cura di Veronica Cireneo
Cari lettori, siete stati in tanti a segnalare scandalizzati, come è giusto che sia, la vetrina della nota casa di profumi, che ha osato usare un ostensorio per pubblicizzare un loro prodotto. Sembra che la stessa casa produttrice lo abbia utilizzato in ogni vetrina possibile e non solo in quella della profumeria nel centro di Roma.
Non facciamo il nome della Maison per non fare i loro interessi commerciali, ma ne diamo notizia al solo scopo di invitare ad evitare come fosse la peste, ogni prodotto della nota ditta, che non crediamo abbia potuto, oltraggiando Nostro Signore, produrre un profumo diverso dal sapore dello zolfo...!
Non faremo per questo il nostro consueto flash mob, come da alcuni richiesto , dato che siamo in procinto di attivarne uno contro una circostanza che, se non ostacolata, potrebbe produrre tanti di quei guasti spirituali e morali che solo Dio lo sa...
Ringraziando in particolare Rita, Flavia e Barbara per la sensibilità e la fiducia manifestata verso la squadra militante degli Alleati, riportiamo un articolo già comparso su Stilum Curiae che riporta il carteggio avvenuto via email, tra la mittente Benedetta De Vito e la ditta incriminata.
§§§
Seconda e questa volta credo ultima puntata del mio carteggio con la Maison
Dior, che ieri mi ha risposto, cercando di rassicurarmi, senza riuscirci
punto:
Gentile Signora De Vito,
La Maison Dior desidera ringraziarla per la sua risposta e per le preziose informazioni forniteci.
Il rispetto delle culture, delle persone e delle diverse religioni è per noi molto importante e mi dispiace per il sentimento che quella foto possa averle suscitato.
Tuttavia, desidero confermarle che dietro alla rappresentazione della vetrina non c’era assolutamente nessuna intenzione o riferimento alla religione.
Il disegno dell’oggetto in foto è stato creato da Pietro Ruffo, ispirato da Versailles e dal simbolo del Re Sole presente sui cancelli e all’interno della reggia stessa, per manifestare l’amore per la celebrazione a cui è ispirato il tema di questa festività quest’anno. Allego anche una foto.
Provvederò comunque a informare la nostra manager e a condividere la sua preziosa osservazione, ma mi premeva rassicurarla sul fatto che l’idea alla base era davvero opposta a quella che può essere stata veicolata e mi dispiace per il fraintendimento.
Rimango a disposizione per qualsiasi informazione e le auguro un meraviglioso pomeriggio.
Gentile Signora De Vito,
La Maison Dior desidera ringraziarla per la sua risposta e per le preziose informazioni forniteci.
Il rispetto delle culture, delle persone e delle diverse religioni è per noi molto importante e mi dispiace per il sentimento che quella foto possa averle suscitato.
Tuttavia, desidero confermarle che dietro alla rappresentazione della vetrina non c’era assolutamente nessuna intenzione o riferimento alla religione.
Il disegno dell’oggetto in foto è stato creato da Pietro Ruffo, ispirato da Versailles e dal simbolo del Re Sole presente sui cancelli e all’interno della reggia stessa, per manifestare l’amore per la celebrazione a cui è ispirato il tema di questa festività quest’anno. Allego anche una foto.
Provvederò comunque a informare la nostra manager e a condividere la sua preziosa osservazione, ma mi premeva rassicurarla sul fatto che l’idea alla base era davvero opposta a quella che può essere stata veicolata e mi dispiace per il fraintendimento.
Rimango a disposizione per qualsiasi informazione e le auguro un meraviglioso pomeriggio.
Ho risposto così: “Oh certo, gentile ufficio clienti, ci credo come credo agli
omini verdi che abitano le verdi colline irlandesi. L’immagine che mi avete
mandato rappresenta un volto stilizzato del sole e intorno i raggi del Re sole
e i simboli francesi (il giglio, la mano onnipotente del Re Sole).
Ben diverso è l’ostensorio con il bianco in mezzo che presentate nelle vostre vetrine per pubblicizzare un flacone di profumo che funge da piedistallo per lo scimmiottamento del Santissimo.
Non conosco e non voglio conoscere il vostro artista, ma so che avete offeso prima di tutto il Signore e poi, me, che sono nulla, e con me tanti cattolici che mi scrivono.
Che strano proprio in questi giorni sto leggendo Monaldo Leopardi, il padre del più famoso Giacomo, e in un suo dialoghetto racconta dell’arrivo di frotte di francesi all’inferno.
Cari signori d Dior, qui in questa valle di lacrime (le mie, altroché meraviglioso pomeriggio) potete tranquillamente menare per il naso i vostri clienti, ma un giorno anche voi e il vostro “artista” sarete davanti a Nostro Signore e prego per voi che abbia misericordia.
In Domino semper Benedetta Romana
Ben diverso è l’ostensorio con il bianco in mezzo che presentate nelle vostre vetrine per pubblicizzare un flacone di profumo che funge da piedistallo per lo scimmiottamento del Santissimo.
Non conosco e non voglio conoscere il vostro artista, ma so che avete offeso prima di tutto il Signore e poi, me, che sono nulla, e con me tanti cattolici che mi scrivono.
Che strano proprio in questi giorni sto leggendo Monaldo Leopardi, il padre del più famoso Giacomo, e in un suo dialoghetto racconta dell’arrivo di frotte di francesi all’inferno.
Cari signori d Dior, qui in questa valle di lacrime (le mie, altroché meraviglioso pomeriggio) potete tranquillamente menare per il naso i vostri clienti, ma un giorno anche voi e il vostro “artista” sarete davanti a Nostro Signore e prego per voi che abbia misericordia.
In Domino semper Benedetta Romana
E con questo passo e chiudo per davvero e siccome io Dior non l’ho mai comperato, né indossato né regalato nulla, seguiterò così, lungo il sentiero stretto, seguendo la Croce, la mia piccola via.
Benedetta De Vito, Roma
21 Novembre 2024
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