martedì 9 luglio 2024

MARIA CORREDENTRICE. E noi con Lei

a cura di Veronica C.

I dogmi mariani già proclamati dalla Santa Chiesa sono quattro: Maria, Madre di Dio (Concilio di Efeso del 432 d.C.); la Perpetua Verginità di  Maria (Concilio di Costantinopoli del 553), l'Immacolata Concezione e l' Assunzione di Maria Santissima al Cielo.
Gli ultimi due, dal carattere dossologico vennero proclamati a scopo di lodare la Santa Vergine, mentre i primi due vennero proclamati per combattere le eresie.

Considerati i tempi non solo eretici, ma apostati che viviamo, siamo certi che non riusciremmo a rimettere un po' di ordine proclamando il 5' dogma, già atteso da decenni: il dogma di Maria Corredentrice? (approfondimenti)

In questo articolo, Mauro Bonaita ci parla dei risvolti spirituali e concreti che la chiamata alla corredenzione comporta in chi vive ad imitazione di Cristo.
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Il dogma della Corredenzione di Maria per passare dal piacere dei peccati, alla gioia della santità.

                             

Si sente spesso parlare del Dogma di Maria Corredentrice come se ciò debba servire unicamente, e come fine a sé stesso, per elevare la Persona di Maria; seppur ciò sia vero e necessario, io credo che la definizione dei Dogmi debba suscitare anche la crescita e l’elevazione di noi fedeli come Figli eredi del Regno che sarà, per elevare l’Umanità intera ad una crescita lungo la sua storia.

Provo ad elaborare un ragionamento e delle riflessioni senza pretese, ma con il lume della ragione.

L’Uomo nel giardino dell’Eden commise il peccato originale che consistette nel voler perseguire i piaceri animaleschi della carne invece che i piaceri spirituali che Dio aveva pensato per noi. Dopo che l’Uomo e la Donna disobbedirono a Dio, caddero in questo stato di decadenza “animalesca” che ci fa ammalare, morire e soffrire.

Per la smania di ricercare il piacere l’Uomo trovò quindi la sofferenza.

Alla Donna disse:

(Gen 3,16) «Moltiplicherò i tuoi dolori

e le tue gravidanze, con dolore partorirai.Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà».

E all’Uomo disse:

(Gen 3,17) … maledetto il suolo per causa tua!Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita".

Dio Padre, nella sua onnipotenza, fece in modo che le sofferenze del Figlio unigenito offerte per la salvezza degli uomini abbiano ripagato l’effetto del peccato originale in antitesi alla ricerca egoistica del piacere da parte dei nostri progenitori che intaccarono irrimediabilmente la carne dell’umanità intera, attraverso la modalità procreativa; ma non solo. Egli fece in modo che il Sacrificio del Figlio abbia ripagato tutti i peccati del mondo per l’eternità: dolore e sofferenza offerti per Amore gratuito, a ripagare piacere ed egoismo.

Dai dolori del parto ai dolori morali, curati con i moderni medicinali, antidolorifici e psicofarmaci, non c’è sofferenza che non possa essere (temporaneamente) lenita e, tra un farmaco e l’altro, vi sono poi gli innumerevoli vizi della modernità: internet, videogiochi, televisione, cellulari, cibi e bevande in sovrabbondanza e vizi nuovi e di sempre.

La modernità ci ha disabituati all’accettazione, e quindi dalla comprensione,   del senso del sacrificio, che prevede sofferenza di qualsiasi genere, ma che sia fisica o morale,  ci fa gustare il valore e il fine ultimo delle cose ed anche della nostra esistenza. 

Quante volte abbiamo detto ai nostri figli che bisogna andare a lavorare col sudore della fronte per comprendere il valore del denaro…

Per la Fede vale lo stesso: serve sudare sangue come Gesù nel Getsemani.

Attraverso la figliolanza con Maria Sempre Vérgine e Addolorata e Trafitta dai dolori di una spada, consegnataci sotto la Croce come Madre della Chiesa, anche noi diveniamo cor-redentori dell’umanità per i meriti di Cristo, generando figli spirituali affidati alle nostre preghiere e al nostro soffrire offerto ad ogni Messa attraverso il Santíssimo Sacramento dell’Altare. Attraverso questa figliolanza spirituale, che dovrebbe essere prerogativa del Sacerdozio dell’Ordine, si sarebbe dovuto fondare il comando primordiale di Dio (Gen 1,22) “siate fecondi”, e non attraverso il congiungimento nella carne come lo conosciamo.

Per un concetto di Economia della Salvezza e di soddisfazione della Giustizia Divina, l’Uomo che cerca o sopporta la sofferenza della carne e con la predisposizione della pazienza la offre a Dio Padre, per i meriti del Figlio Gesù, porta doni di grazia per la salvezza delle anime permettendogli di acquisire anche meriti per se stesso. 

Conformando quindi la nostra vita ai patimenti di Gesù Cristo diventiamo corredentori e coeredi del Regno del Padre.
  • (Rom 8,17) E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
  • (2 Cor 1,5) Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
  • (Fil 3,10) E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte,
  • (Col 1,24) Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
  • (2 Tm 2,3) Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.
  • (1 Pt 4,13) Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Queste verità di Fede, è da constatare che, si sono allontanate dal sentire della Chiesa moderna che, nella sua eccessiva pastoralità mondana, professa invece la logica della felicità qui in Terra.

Non che la felicità sia qualcosa di sbagliato in sé, ma piuttosto è l’ideale di felicità che è sbagliato in questo mondo, perché quasi sempre significa dover ridere e godere dinnanzi a disparità incolmabili. Si finisce quindi per cadere in un egoismo che ci fa calpestare il prossimo per raggiungere i nostri ideali di felicità egocentrica, oppure, si falsifica il senso del bene supremo, che è la Santificazione dell’anima, per la “santificazione” del corpo e dei piaceri corporali.

E per la smania di voler vedere “felici” anche gli altri (anche nei loro peccati) già ora sulla terra, si professa un’inclusione e una fratellanza universale che rievoca la vecchia eresia dell’Apocatàstasi origeniana, oppure si commette una carità a buon mercato (nella menzogna) che ci dà l’illusione di aver commesso del bene, ma in realtà è un altro male (come il green pass e gli obblighi vaccinali spacciati per “atti d’amore” o gli ideali dell’”immigrantismo” e dell’”ecologismo” che stanno impoverendo il mondo).

Ne sono altri esempi l’inclusione delle coppie gay, l’inclusione dei risposati, “il diritto” all’aborto o il “diritto di morire” (suicidio assistito o eutanasia) nel caso in cui quell’ideale di felicità sia diventato irraggiungibile a causa di una malattia fisica inguaribile o di una sofferenza morale implacabile.

Se si afferma davanti ad un Sacerdote o un fedele progressista che nell’Eucarestia si attualizza il Calvario di Cristo, prontamente la risposta di costoro è sempre la stessa: “Sí, ma anche la Resurrezione…”; il che è vero, ma essi manifestano prontamente repulsione per la sofferenza, enfatizzando il premio di felicità. È per tale motivo che la liturgia del Novus Ordo risulta falsificata sbilanciandosi su questo sentire diffuso. Ma, noi siamo salvi per i meriti dei patimenti e della morte di Cristo e non per la Resurrezione, che invece porta la Speranza. Per assurdo la Salvezza ci poteva essere anche senza la manifestazione del Cristo Risorto, ma Cristo Risorto si è presentato ai suoi apostoli e discepoli per confermare ogni verità di fede. Dice infatti san Paolo: «Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede» (1 Cor 15, 13-14). La predicazione ha bisogno della Risurrezione; la fede ha bisogno della Risurrezione; ma la salvezza ha bisogno solo della Croce, tanto è vero che sulla Croce Gesù dirà: «Tutto è compiuto» (Gv 19, 30). Inoltre è sulla Croce che siamo resi tutti fratelli, perché è il Sangue di Gesú che ha abbattuto ogni muro di divisione. Quindi, la vera inclusione, passa per il Sangue di Gesú, attraverso il Sacrificio di Cristo sul Calvario e, dunque, nella Santa Messa che questo esalta e comprende.

Invece, nell’ amore di fratellanza, ultra-inclusivo, che pensa alla Risurrezione, ma solo per negare il Crocifisso, si nasconde spesso il desiderio di voler ottenere le lusinghe dal mondo e il riconoscimento di uno status nella società che ci elevi a “brave persone tolleranti” impegnate nella società (ma che spesso è lontano dall’essere buoni cristiani). Del resto si sa: (Lc 1-8) “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.

Essi, i figli delle tenebre, sono spesso molto operosi nel sociale. Oggi, quelli che stanno al vertice della “piramide”, si chiamano filantropi e, lo vediamo bene tutti noi quanta operosità stanno manifestando...e come scantonino nell’eresia dell’attivismo.

È da riscoprire piuttosto, per noi cristiani, la parola "gioia" che è un’anticipazione, attraverso il dono della Fede, prima, e poi quello della Speranza, della felicità che sarà in futuro in Paradiso, ma con le lacrime attuali sulla Terra. Solo dopo le lacrime è possibile sperimentare la vera Carità, che è il conformarsi a Cristo nei suoi patimenti, che diventano i nostri offerti, per gli altri. Quando si parla di partecipazione attiva alla Messa, dovrebbe essere questo il vero atteggiamento: soffrire partecipando attivamente e concretamente ai patimenti di Cristo guardando ai nostri, che sono miserie, e che sarebbero privi di valore se non fosse per Gesù Stesso e per la figliolanza con Maria, Ella Stessa Creatura come noi.

Dal 1916 Gesù ci ha consegnato, prima attraverso l’Angelo della Pace e poi nel 1935 con Suor Faustina Kovalska, due preghiere il cui contenuto è propizio per la crescita della Chiesa di questi Ultimi Tempi. 

Queste due preghiere hanno moltissimo in comune e racchiudono l’essenza del Sacrificio Cristiano. Sono la preghiera dell’Angelo della Pace e la Coroncina della Divina Misericordia.

Preghiera dell’Angelo della Pace

Mio Dio io credo, adoro, spero e Ti amo, ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano. Santissima Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo Sangue Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli è offeso. E per i meriti infiniti del Sacratissimo Cuore di Gesù e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori “.

Coroncina della Divina Misericordia

"Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero".

L’assidua recita di queste preghiere trasforma il fedele in un Tabernacolo Eucaristico che si offre a Dio Padre, il quale accoglie le nostre sofferenze attraverso la Comunione col Figlio e il Suo Sacrificio.

Durante la Messa, i fedeli che intravedono i patimenti del calvario di Cristo e li traspongono nei loro patimenti a riscatto degli altri, fanno offerta gradita a Dio.

È necessario che venga riconosciuto il dogma, non solo per rendere giustizia alla figura di Maria, ma anche e soprattutto perché questo riconoscerebbe corredentori tutti i fedeli e darebbe al Battesimo il suo valore di porta della salvezza, non solo propria, ma anche altrui. Questo ridarebbe chiare e rinnovate argomentazioni: sulla responsabilità attiva di noi Cristiani per compiere Veri atti di Carità, per ritornare alla preghiera; sul senso delle nostre sofferenze; sulle sofferenze degli altri e quindi sul senso della vita e sulla responsabilità missionaria della Chiesa per la Salvezza delle anime.

Come risvegliare un’umanità addormentata e anestetizzata dai patimenti se non con dolori ancor più grandi? Il periodo Covid è stato solo l’inizio; come nel Vecchio Testamento vi furono le dieci piaghe, nel Nuovo vi sono le sette Coppe dell’Ira di Dio dell’ Apocalisse (Ap 15) a ripagare gli empi, ma che sono anche Sette Trombe (Ap 8) a richiamo e risveglio dei giusti.

Coppe di Ira sugli Empi e Trombe per i giusti!

(Pr 10-13) "Sulle labbra dell'intelligente si trova la sapienza, ma il bastone è per la schiena dello stolto".

Dobbiamo riconoscere che il periodo appena trascorso è stato (almeno per quanto ci riguarda nella Fede) una “Tromba di richiamo” e una benedizione! Ma, stiamo attenti: coloro che sono stati trovati “giusti” hanno sentito la Tromba, che è la chiamata, ma non si è realizzata la Salvezza, che lo sarà solo per i perseveranti nel Regno dei Cieli. Quindi, noi che abbiamo sentito squillare le Trombe, non dobbiamo addormentarci e non dobbiamo essere come il Fariseo nei confronti del Pubblicano. Dovremmo considerate questa chiamata una correzione paterna, da affrontare senza spavalderia.

(Pr 13,1) "Il figlio saggio ama la correzione del padre, lo spavaldo non ascolta il rimprovero".

Allo stesso modo coloro che dinnanzi ai nostri occhi ricevono i castighi (le Coppe dell’Ira di Dio) non è detto che abbiano a ricevere la Condanna; lasciamo che i giusti Giudizi e le Sentenze finali siano in mano a Dio.

Certo è che, se abbiamo compreso, tutti noi abbiamo una corresponsabilità verso la Salvezza dei nostri fratelli, in nome di Cristo.

(1Cor 3,9) "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio."

A noi è permesso attingere da quella fonte inesauribile che è la Misericordia Divina per applicarla all’umanità, completando nella nostra carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore della Sua Chiesa.

Gesù col Suo sacrificio ha dato tutto il possibile, ed oltre, fino a farsi dilaniare le giunture delle ossa.

Ripercorrendo gli scritti della Beata Anna Katharina Emmerick veniamo a conoscenza che la Santa Croce venne costruita durante le ore del calvario e i buchi per i chiodi furono praticati in precedenza alla crocifissione. 

Solo successivamente praticarono l'inchiodatura,ma avendo gli aguzzini di Gesù, praticato i fori ad una distanza abbondante tra di loro, tirarono il Corpo di Cristo servendosi di funi, dilaniando le giunture delle Sue Ossa per far combaciare i palmi delle mani con i fori, come a voler abbracciare quanti più fedeli possibile.

La natura umana della Chiesa è costruita sull'impronta di quella Divina e da essa guidata. Ora tocca a noi fedeli cooperare per la salvezza delle anime, grazie ai meriti di Cristo.

All’umanità serve di imparare a patire come patì Gesù sul Calvario, come agnelli mansueti (ma operosi), soprattutto per coloro che hanno ricevuto i doni di Grazia per risvegliarsi in questi tempi, affinché non ci venga detto un giorno: 

"Avete ricevuto la Mia luce per aprire i vostri occhi, ma avete dato le tenebre che stanno nei vostri cuori".
Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam

Mauro Bonaita, Reggio Emilia

9 luglio 2024

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