a cura di Veronica Cireneo
In occasione dello svolgimento pomeridiano del terzo Rosario consecutivo in
piazza, che oggi si terra’ a Carpi alle ore 18, davanti alla Chiesa di
Sant’Ignazio, riceviamo da un sacerdote, che gli Alleati ringraziano di cuore,
e volentieri pubblicano questa sua severa e disgustata denuncia, contro i vizi
immondi celebrati sull’altare di Cristo, nella chiesa apostata del III
millennio, che non a caso il libro di “Apocalisse” chiama: “Grande
Prostituta”. Oremus. Ascoltiamolo.
§§§
“Pasqua di riscatto”
Secundum multitudinem impietatum eorum expelle eos (Sal 5, 11).
Non è difficile intuire il motivo per cui questo versetto dei Salmi che
recita:
"Secondo la moltitudine delle loro empietà, cacciali fuori",
colpisca così vivamente,in questi tempi, l’attenzione di chi prega.
Considerando soprattutto le manifestazioni di irreligiosità, all’interno della
Chiesa, che continuano a moltiplicarsi ovunque in forme sempre più
raccapriccianti, in particolare nella regione italiana in cui da anni si
rinnovano le cosiddette "veglie parrocchiali contro l’omofobia" (neologismo
così falso e privo di senso che non sarebbe neppure dovuto entrare nel
linguaggio ecclesiastico!).
Il terremoto del 2012, a quanto pare, non ha insegnato nulla! I castighi
divini, un tempo, incitavano a pubblici esercizi di penitenza e riparazione.
Oggi, invece, si ritiene più benefico esporre in chiesa quadri a soggetto
religioso, con allusioni peccaminose e oscene.
Non insisteremo qui sulla descrizione delle tele sacrileghe, imbrattate da un
pervertito, che da settimane profanano una chiesa di Carpi.
Vogliamo
piuttosto riflettere sulle colpe degli ecclesiastici, che han reso possibile
un simile scempio.
Le distorsioni mentali
Desideriamo preliminarmente rilevare il voluto
equivoco proveniente
dalla “cultura profana”, che ha contagiato anche l’ambiente ecclesiale:
l’idea, cioè, che ai sedicenti “artisti” sia consentito tutto, in nome di una
pretesa insindacabilità assoluta, della disciplina da loro coltivata.
Questa
aberrazione è frutto della dissoluzione dell’estetica, che non
coglie più il nesso metafisico, ossia il rapporto puro e semplice tra vero,
buono e bello della realtà.
Ma il senso comune reagisce spontaneamente alla bruttezza di manufatti
presentati come “opere d’arte”, in quanto percepisce in modo naturale la
discordanza con quell’esigenza di conformità, alla Verità e al Bene, che è
propria dell’intelletto e della volontà.
I cultori delle discipline artistiche contemporanee, ambito musicale compreso,
(…) teorizzano un’ideologia demoniaca, che pretende di attribuire valore a
produzioni che ne sono del tutto prive, e che si impongono al gusto,
unicamente, in virtù di un indottrinamento di stampo totalitario.
Innegabili son le somiglianze con i regimi comunisti, nei quali era la
direzione del partito a stabilire i canoni del vero, del buono e del bello,
contro ogni evidenza e buon senso.
Questa
ingiustificabile aggressione delle menti e dei cuori (
poi fatta propria, anche nell’Occidente “libero”, dai politici e chierici di
formazione marxista) è una forma di inversione delle tendenze più normali
dell’uomo, in quanto radicate nella sua stessa natura.
Non per niente, alla mostra in questione, è stata propedeutica l’imposizione
di cortei osceni e blasfemi, che ogni anno si ripetono nel mese di Giugno, in
quell' area geografica.
Gran parte della popolazione non ha più nemmeno un sussulto, di fronte a
comportamenti pubblici che, oltre a calpestare le cose più sacre, degradano
gli esseri umani in modo intollerabile.
Tante persone, anzi, per timore di esser bollate col marchio infamante di
“omofobo”, accettano senza fiatare di esser violentate nel
senso del pudore, che è strettamente
connesso alla dignità della persona umana.
Ci sono però ancora dei cattolici – e sono tanti – che non sono disposti a
continuare a subire questi soprusi morali.
Fatti oggettivi, non opinioni
Riguardo al giudizio sulla mostra di Carpi, non è questione di avere o non
avere una certa sensibilità o avere o non avere un orientamento
conservatore o "ultraconservatore".
Si tratta semplicemente di constatare l’
evidenza di un
peccato (secondo la legge divina), di una
profanazione (secondo la legge canonica) e di un
crimine (secondo la legge civile).
La prima, per il Secondo Comandamento, che condanna ogni forma di oltraggio
rivolto a Dio, sia verbale che visivo. E in questo caso la bestemmia è
aggravata dal suo carattere permanente. Va pure contro il Primo Comandamento,
essendo commessa in un luogo sacro, vale a dire, in un edificio riservato in
via esclusiva, al culto divino.
Quest’ultimo dettaglio
viola il canone 1210 del Codice di Diritto Canonico, che recita
testualmente:
«Nel luogo sacro sia consentito, solo quanto serve all’esercizio e alla
promozione del culto, della pietà, della religione, e vietata qualunque
cosa sia aliena dalla santità del luogo».
E il
canone 1211 che stabilisce questo:
«i luoghi sacri sono profanati, se in essi si compiono con scandalo azioni
gravemente oltraggiose».
La
legge civile, con
l’articolo 403 del Codice Penale, punisce
con la
reclusione fino a due anni «chiunque pubblicamente offende la
religione dello Stato, mediante vilipendio di chi la professa».
Non a caso risulta che sono state promosse azioni legali contro la curia
diocesana, la quale dovrà rispondere di una palese violazione della legge
divina, canonica e di Stato.
È chiaro che non siamo di fronte a una controversia di opinioni, gusti o
preferenze, ma ad un fatto oggettivo brutale, che non si può in alcun modo
negare, cosa che rende ingiustificabile la pertinacia dei responsabili, sordi
ad ogni protesta dei fedeli, per quanto legittime e motivate.
In questo clima di oppressione totalitaria, che parte dal vertice e ricade sui
gradi inferiori della chiesa, non vogliamo più sentir parlare di quelle
scemenze che la
nomenklatura propala sotto i termini falsi e vuoti di
“ascolto e sinodalità”.
Ne abbiamo abbastanza!
Azioni concrete In attesa che le denunce seguano il loro
corso, è moralmente lecito – anzi doveroso – intervenire in modo diretto.
Se non è possibile, date le dimensioni degli obbrobri da rimuovere e la
distanza del Tevere da Carpi, farlo alla maniera della
“pachamama”, si
potrebbe cominciare
ad impedire l’accesso alla chiesa, senza
smettere di manifestare sonoramente il proprio dissenso al vescovo, al
parroco e ad ogni altro responsabile.
Quei sovversivi in abito clericale devono rendersi conto che il
Popolo di Dio, di cui si sono riempiti la bocca per decenni,
non è più disposto a sopportarli!
È ora di presentare il conto a quella casta di miscredenti, per tutte le
nefandezze e le omissioni che portano sulla coscienza pietrificata.
Presto o tardi, tutto si paga, o in questa vita o nell’altra. Meglio di
qua, che di là dove le pene sono tremende.
Pure questa è una realtà oggettiva, a prescindere da ciò che ne pensano i
prelati traditori, nella vacuità dei loro vaneggiamenti, nutriti dalle fole
della loro “teologia” razionalistica ed empia.
Le idee non cambiano i fatti, ancor meno se sono sballate!
Chi pretende di modificare la Chiesa, a
partire da un programma ideologico, non differisce affatto da Lenin e Stalin.
Se in questa Settimana Santa vogliamo imitare il Signore in modo speciale,
cominciamo dall’atto che seguì immediatamente il Suo ingresso regale a
Gerusalemme....
Perché se davanti al Santissimo Sacramento, ci si
domanda che
cosa farebbe Gesù se fosse fisicamente presente a
Carpi, il Vangelo ci informa che Egli:
«Entrato nel Tempio cominciò a cacciarne fuori i venditori, dicendo loro:
Sta scritto. La mia casa sarà una casa di preghiera’. Voi invece ne avete
fatto una spelonca di briganti”
(Lc 19, 45-46; cf. Is 56, 7; Ger 7, 11).
Come apostroferebbe gli ecclesiastici indegni? Li
apostroferebbe con termini come questi:
«Il regno di Dio sarà tolto a voi e sarà dato a un popolo che ne faccia i
frutti»
(Mt 21, 43).
È tempo di porre fine alla farsa postconciliare e di estromettere i
pagliacci dalla Chiesa, condannati dalla loro stessa sterilità spirituale:
«Che mai più venga
frutto da te» (Mt 21, 19).
Il Figlio di Dio non ha patito la morte di Croce
per instaurare un regime di empi, affaristi e pederasti,
né per autorizzarne i latrocini e i vizi immondi.
Fuori dalla Chiesa – e dalle chiese –
falsari e profanatori, con i loro sordidi costumi e lerce mercanzie!
Christus vincit!
Christus regnat!
Christus imperat!
Un sacerdote cattolico, agli Alleati dell'Eucarestia
https://t.me/veronicacireneo
P.s: Per la cronaca e per rinfrescare la memoria, riportiamo, a corredo,
questa rappresentazione iconografica storico-realistica dal titolo: LONGINO.
Primo Sabato di Passione
23 marzo 2024
a cura di Veronica Cireneo
In occasione dello svolgimento pomeridiano del terzo Rosario consecutivo in
piazza, che oggi si terra’ a Carpi alle ore 18, davanti alla Chiesa di
Sant’Ignazio, riceviamo da un sacerdote, che gli Alleati ringraziano di cuore,
e volentieri pubblicano questa sua severa e disgustata denuncia, contro i vizi
immondi celebrati sull’altare di Cristo, nella chiesa apostata del III
millennio, che non a caso il libro di “Apocalisse” chiama: “Grande
Prostituta”. Oremus. Ascoltiamolo.
§§§
“Pasqua di riscatto”
Secundum multitudinem impietatum eorum expelle eos (Sal 5, 11).
Non è difficile intuire il motivo per cui questo versetto dei Salmi che
recita:
"Secondo la moltitudine delle loro empietà, cacciali fuori",
colpisca così vivamente,in questi tempi, l’attenzione di chi prega.
Considerando soprattutto le manifestazioni di irreligiosità, all’interno della
Chiesa, che continuano a moltiplicarsi ovunque in forme sempre più
raccapriccianti, in particolare nella regione italiana in cui da anni si
rinnovano le cosiddette "veglie parrocchiali contro l’omofobia" (neologismo
così falso e privo di senso che non sarebbe neppure dovuto entrare nel
linguaggio ecclesiastico!).
Il terremoto del 2012, a quanto pare, non ha insegnato nulla! I castighi
divini, un tempo, incitavano a pubblici esercizi di penitenza e riparazione.
Oggi, invece, si ritiene più benefico esporre in chiesa quadri a soggetto
religioso, con allusioni peccaminose e oscene.
Non insisteremo qui sulla descrizione delle tele sacrileghe, imbrattate da un
pervertito, che da settimane profanano una chiesa di Carpi.
Vogliamo
piuttosto riflettere sulle colpe degli ecclesiastici, che han reso possibile
un simile scempio.
Le distorsioni mentali
Desideriamo preliminarmente rilevare il voluto
equivoco proveniente
dalla “cultura profana”, che ha contagiato anche l’ambiente ecclesiale:
l’idea, cioè, che ai sedicenti “artisti” sia consentito tutto, in nome di una
pretesa insindacabilità assoluta, della disciplina da loro coltivata.
Questa
aberrazione è frutto della dissoluzione dell’estetica, che non
coglie più il nesso metafisico, ossia il rapporto puro e semplice tra vero,
buono e bello della realtà.
Ma il senso comune reagisce spontaneamente alla bruttezza di manufatti
presentati come “opere d’arte”, in quanto percepisce in modo naturale la
discordanza con quell’esigenza di conformità, alla Verità e al Bene, che è
propria dell’intelletto e della volontà.
I cultori delle discipline artistiche contemporanee, ambito musicale compreso,
(…) teorizzano un’ideologia demoniaca, che pretende di attribuire valore a
produzioni che ne sono del tutto prive, e che si impongono al gusto,
unicamente, in virtù di un indottrinamento di stampo totalitario.
Innegabili son le somiglianze con i regimi comunisti, nei quali era la
direzione del partito a stabilire i canoni del vero, del buono e del bello,
contro ogni evidenza e buon senso.
Questa
ingiustificabile aggressione delle menti e dei cuori (
poi fatta propria, anche nell’Occidente “libero”, dai politici e chierici di
formazione marxista) è una forma di inversione delle tendenze più normali
dell’uomo, in quanto radicate nella sua stessa natura.
Non per niente, alla mostra in questione, è stata propedeutica l’imposizione
di cortei osceni e blasfemi, che ogni anno si ripetono nel mese di Giugno, in
quell' area geografica.
Gran parte della popolazione non ha più nemmeno un sussulto, di fronte a
comportamenti pubblici che, oltre a calpestare le cose più sacre, degradano
gli esseri umani in modo intollerabile.
Tante persone, anzi, per timore di esser bollate col marchio infamante di
“omofobo”, accettano senza fiatare di esser violentate nel
senso del pudore, che è strettamente
connesso alla dignità della persona umana.
Ci sono però ancora dei cattolici – e sono tanti – che non sono disposti a
continuare a subire questi soprusi morali.
Fatti oggettivi, non opinioni
Riguardo al giudizio sulla mostra di Carpi, non è questione di avere o non
avere una certa sensibilità o avere o non avere un orientamento
conservatore o "ultraconservatore".
Si tratta semplicemente di constatare l’
evidenza di un
peccato (secondo la legge divina), di una
profanazione (secondo la legge canonica) e di un
crimine (secondo la legge civile).
La prima, per il Secondo Comandamento, che condanna ogni forma di oltraggio
rivolto a Dio, sia verbale che visivo. E in questo caso la bestemmia è
aggravata dal suo carattere permanente. Va pure contro il Primo Comandamento,
essendo commessa in un luogo sacro, vale a dire, in un edificio riservato in
via esclusiva, al culto divino.
Quest’ultimo dettaglio
viola il canone 1210 del Codice di Diritto Canonico, che recita
testualmente:
«Nel luogo sacro sia consentito, solo quanto serve all’esercizio e alla
promozione del culto, della pietà, della religione, e vietata qualunque
cosa sia aliena dalla santità del luogo».
E il
canone 1211 che stabilisce questo:
«i luoghi sacri sono profanati, se in essi si compiono con scandalo azioni
gravemente oltraggiose».
La
legge civile, con
l’articolo 403 del Codice Penale, punisce
con la
reclusione fino a due anni «chiunque pubblicamente offende la
religione dello Stato, mediante vilipendio di chi la professa».
Non a caso risulta che sono state promosse azioni legali contro la curia
diocesana, la quale dovrà rispondere di una palese violazione della legge
divina, canonica e di Stato.
È chiaro che non siamo di fronte a una controversia di opinioni, gusti o
preferenze, ma ad un fatto oggettivo brutale, che non si può in alcun modo
negare, cosa che rende ingiustificabile la pertinacia dei responsabili, sordi
ad ogni protesta dei fedeli, per quanto legittime e motivate.
In questo clima di oppressione totalitaria, che parte dal vertice e ricade sui
gradi inferiori della chiesa, non vogliamo più sentir parlare di quelle
scemenze che la
nomenklatura propala sotto i termini falsi e vuoti di
“ascolto e sinodalità”.
Ne abbiamo abbastanza!
Azioni concrete In attesa che le denunce seguano il loro
corso, è moralmente lecito – anzi doveroso – intervenire in modo diretto.
Se non è possibile, date le dimensioni degli obbrobri da rimuovere e la
distanza del Tevere da Carpi, farlo alla maniera della
“pachamama”, si
potrebbe cominciare
ad impedire l’accesso alla chiesa, senza
smettere di manifestare sonoramente il proprio dissenso al vescovo, al
parroco e ad ogni altro responsabile.
Quei sovversivi in abito clericale devono rendersi conto che il
Popolo di Dio, di cui si sono riempiti la bocca per decenni,
non è più disposto a sopportarli!
È ora di presentare il conto a quella casta di miscredenti, per tutte le
nefandezze e le omissioni che portano sulla coscienza pietrificata.
Presto o tardi, tutto si paga, o in questa vita o nell’altra. Meglio di
qua, che di là dove le pene sono tremende.
Pure questa è una realtà oggettiva, a prescindere da ciò che ne pensano i
prelati traditori, nella vacuità dei loro vaneggiamenti, nutriti dalle fole
della loro “teologia” razionalistica ed empia.
Le idee non cambiano i fatti, ancor meno se sono sballate!
Chi pretende di modificare la Chiesa, a
partire da un programma ideologico, non differisce affatto da Lenin e Stalin.
Se in questa Settimana Santa vogliamo imitare il Signore in modo speciale,
cominciamo dall’atto che seguì immediatamente il Suo ingresso regale a
Gerusalemme....
Perché se davanti al Santissimo Sacramento, ci si
domanda che
cosa farebbe Gesù se fosse fisicamente presente a
Carpi, il Vangelo ci informa che Egli:
«Entrato nel Tempio cominciò a cacciarne fuori i venditori, dicendo loro:
Sta scritto. La mia casa sarà una casa di preghiera’. Voi invece ne avete
fatto una spelonca di briganti”
(Lc 19, 45-46; cf. Is 56, 7; Ger 7, 11).
Come apostroferebbe gli ecclesiastici indegni? Li
apostroferebbe con termini come questi:
«Il regno di Dio sarà tolto a voi e sarà dato a un popolo che ne faccia i
frutti»
(Mt 21, 43).
È tempo di porre fine alla farsa postconciliare e di estromettere i
pagliacci dalla Chiesa, condannati dalla loro stessa sterilità spirituale:
«Che mai più venga
frutto da te» (Mt 21, 19).
Il Figlio di Dio non ha patito la morte di Croce
per instaurare un regime di empi, affaristi e pederasti,
né per autorizzarne i latrocini e i vizi immondi.
Fuori dalla Chiesa – e dalle chiese –
falsari e profanatori, con i loro sordidi costumi e lerce mercanzie!
Christus vincit!
Christus regnat!
Christus imperat!
Un sacerdote cattolico, agli Alleati dell'Eucarestia
https://t.me/veronicacireneo
P.s: Per la cronaca e per rinfrescare la memoria, riportiamo, a corredo,
questa rappresentazione iconografica storico-realistica dal titolo: LONGINO.
Primo Sabato di Passione
23 marzo 2024
7 commenti
Non mi sembra vero aver letto ciò che ho letto e che rispecchia per me non certo la fede del sacerdote che non ho ma certo tutta l'indignazione che spinge all'azione! Quella si! Carpi, Carpi quanto sei lontana da Cairate (VA) dove abito io!
Ho appena inviato un commento da Cairate ma dimenticando di firmarlo sono Speroni Alberto di Cairate in pv di Varese!
sottoscrivo tutto! " a noi il combattimento a Dio la vittoria !" santa Giovanna D'Arco !
Finalmente si alza la voce della giustizia. Diamo a Dio onore e gloria e rispettiamo la Casa del Signore. È venuta a mancare la più elementare forma di rispetto. Ormai in chiesa le persone parlano degli affari propri, pronte ad applaudire anche ai funerali...
Ritorniamo alla Santa chiesa di una volta!
Grazie Alberto.
È stata una gioia ricevere questo testo.
Non sarà l'unico sacerdote, creedo
Finalmente!!!!! Spero non sia l'unico sacerdote
Ringrazio Dio, perché finalmente ....
con le parole del Vangelo e la giusta indignazione viene deplorata una così
GRAVE offesa a nostro SIGNORE e al
pudore e la fede di tanti credenti.
EVVIVA GESÙ nostro unico
Adorabile ed incommensurabile
Salvatore del mondo!
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