Dal diario degli Alleati. Sacrilegio in Liguria
Avendo reso pubblica la mia email per le comunicazioni importanti dei
miei fratelli di fede, mi trovo a ricevere intime confidenze spirituali,
a volte dolenti come questa dalla Liguria, che merita di essere
conosciuta. Leggete.
«Cara Veronica,
ti scrivo per raccontarti ciò che è capitato oggi al
momento della Comunione nella mia parrocchia, dove mi reco solo
occasionalmente.
Da tempo non la frequento più a causa dello spiccato
stile modernista impresso al rito nuovo della Santa Messa, dall’attuale
parroco. Per il momento non desidero fornire troppi dettagli. Potremo
parlarne eventualmente in seguito, ma la “regola” imposta dal parroco è la
seguente: al momento della distribuzione dell’Eucaristia, due frati
scendono dall’altare nella navata centrale e comunicano i fedeli, disposti
su due file, essenzialmente sulle mani. Chi, come me, richiede di
comunicarsi sulla lingua deve porsi in fondo alla fila. Cosa che, per
evitare polemiche, regolarmente eseguo.
Oggi, un fedele, due posti
davanti a me, riceve l’Ostia sulle mani. La prende con la destra, ma non
la mette in bocca e se ne va. Lo seguo con lo sguardo. Si allontana con la
Particola in mano e si avvia verso la navata di sinistra in direzione di
una panca dove sta, seduta, una signora.
Al mio turno abbandono la
scena visiva. Ricevo l’Ostia in bocca e di nuovo mi volto per verificare
il seguito della scena, quando vedo che l’uomo dà la Particola alla donna,
che si comunica.
Prima di tornare al mio posto, mi rivolgo al frate
(che nel frattempo era rimasto solo, essendo io l’ultimo della fila, in
attesa di eventuali altri fedeli) sussurrandogli quel che avevo visto. Ho
letto nei suoi occhi un lampo di… non so dire se stupore, paura,
imbarazzo, ma non ha detto una parola e non si è mosso, se non per
ritornare all’altare come se niente avesse visto o sentito.
Dimmi
Veronica: non si è consumato un grave e doppio sacrilegio? Rabbrividisco.
Ecco dove siamo arrivati! E non è tutto e non è ancora la fine.
Negli
anni in cui svolgevo il ruolo del Ministro Straordinario, a cui ho
spontaneamente rinunciato quando ho preso consapevolezza che l’Ostia la
può toccare solo chi La consacra, quindi il sacerdote, sono stato
testimone di numerose Particole cadute a terra.
Una volta ho anche
inseguito per mezza chiesa una donna che se ne andava tenendo la Particola
in mano, finché raggiunta, l’ho costretta a mettersi l’Ostia in bocca. Non
si sa altrimenti dove sarebbe finita.
In quegli anni ho capito, che
tutto l’orrore è possibile intorno all’Ostia Immacolata, soprattutto
quella volta che vidi un’altra donna afferrare l’Ostia con le mani e
portarla al suo cane che attendeva accucciato in fondo alla chiesa.
Ma
come fanno i sacerdoti e i parroci a procedere sulla via dell’innovazione,
foriera di sacrilegi sempre più enormi e abominevoli?
Attendo tuoi
commenti, Veronica.
Santa notte. P.».
Rispondo:
Amico,
mio! Quali commenti? Sarebbero tutti semplicemente superflui. Miserere!
Venga il Tuo Regno, Signore! Grazie e benedizioni a te.
Veronica Cireneo
Articolo pubblicato da
korazym.org
Canale telegram degli Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo
Avendo reso pubblica la mia email per le comunicazioni importanti dei
miei fratelli di fede, mi trovo a ricevere intime confidenze spirituali,
a volte dolenti come questa dalla Liguria, che merita di essere
conosciuta. Leggete.
«Cara Veronica,
ti scrivo per raccontarti ciò che è capitato oggi al
momento della Comunione nella mia parrocchia, dove mi reco solo
occasionalmente.
Da tempo non la frequento più a causa dello spiccato
stile modernista impresso al rito nuovo della Santa Messa, dall’attuale
parroco. Per il momento non desidero fornire troppi dettagli. Potremo
parlarne eventualmente in seguito, ma la “regola” imposta dal parroco è la
seguente: al momento della distribuzione dell’Eucaristia, due frati
scendono dall’altare nella navata centrale e comunicano i fedeli, disposti
su due file, essenzialmente sulle mani. Chi, come me, richiede di
comunicarsi sulla lingua deve porsi in fondo alla fila. Cosa che, per
evitare polemiche, regolarmente eseguo.
Oggi, un fedele, due posti
davanti a me, riceve l’Ostia sulle mani. La prende con la destra, ma non
la mette in bocca e se ne va. Lo seguo con lo sguardo. Si allontana con la
Particola in mano e si avvia verso la navata di sinistra in direzione di
una panca dove sta, seduta, una signora.
Al mio turno abbandono la
scena visiva. Ricevo l’Ostia in bocca e di nuovo mi volto per verificare
il seguito della scena, quando vedo che l’uomo dà la Particola alla donna,
che si comunica.
Prima di tornare al mio posto, mi rivolgo al frate
(che nel frattempo era rimasto solo, essendo io l’ultimo della fila, in
attesa di eventuali altri fedeli) sussurrandogli quel che avevo visto. Ho
letto nei suoi occhi un lampo di… non so dire se stupore, paura,
imbarazzo, ma non ha detto una parola e non si è mosso, se non per
ritornare all’altare come se niente avesse visto o sentito.
Dimmi
Veronica: non si è consumato un grave e doppio sacrilegio? Rabbrividisco.
Ecco dove siamo arrivati! E non è tutto e non è ancora la fine.
Negli
anni in cui svolgevo il ruolo del Ministro Straordinario, a cui ho
spontaneamente rinunciato quando ho preso consapevolezza che l’Ostia la
può toccare solo chi La consacra, quindi il sacerdote, sono stato
testimone di numerose Particole cadute a terra.
Una volta ho anche
inseguito per mezza chiesa una donna che se ne andava tenendo la Particola
in mano, finché raggiunta, l’ho costretta a mettersi l’Ostia in bocca. Non
si sa altrimenti dove sarebbe finita.
In quegli anni ho capito, che
tutto l’orrore è possibile intorno all’Ostia Immacolata, soprattutto
quella volta che vidi un’altra donna afferrare l’Ostia con le mani e
portarla al suo cane che attendeva accucciato in fondo alla chiesa.
Ma
come fanno i sacerdoti e i parroci a procedere sulla via dell’innovazione,
foriera di sacrilegi sempre più enormi e abominevoli?
Attendo tuoi
commenti, Veronica.
Santa notte. P.».
Rispondo:
Amico,
mio! Quali commenti? Sarebbero tutti semplicemente superflui. Miserere!
Venga il Tuo Regno, Signore! Grazie e benedizioni a te.
Veronica Cireneo
Articolo pubblicato da
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