a cura di Veronica C.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo appello sotto forma di lettera,
preceduta da una breve contestualizzazione, che Mauro Bonaita, un
attento fedele appartenente all'U.P. di Reggio Emilia, ha inviato ai
responsabili di un Corso di Formazione per Ministri Straordinari della Santa
Comunione. Buona lettura.
§§§
Cara Veronica,
quante battaglie abbiamo combattuto insieme, ad un anno dalla mia adesione agli Alleati dell'Eucarestia ! Come avremmo potuto evitarle, dopo aver riconosciuto che nel tempo che
viviamo è in atto una guerra totale, comprendente il fuoco amico, contro Gesù
Cristo? Tutto ci dice che il mondo è tornato a professare l’amore filantropico
della “fraternitè” illuminista e marxista.
Le Chiese sembrano ormai centri sociali. I sacerdoti e le parrocchie
professano, come fosse un dogma, questa finta fratellanza orizzontale
invitando i bambini a partecipare quasi esclusivamente ad attività ludiche di
ogni tipo, tranne che spirituali: dai campeggi, alle cene conviviali, agli
aperitivi, agli eventi con musica profana, fino alla visita di mostre d’arte
dissacranti.
Anche le Messe hanno assunto la stessa “impronta” dei centri sociali, che
svilisce il Sacrificio di Gesù. Il tutto a discapito della fede, dei
Sacramenti e della salvezza delle anime della famiglia umana.
Chi vive secondo lo Spirito Santo e non secondo la carne è ovvio che riconosca
nelle guerre politico-economiche in atto, nelle recenti vere/presunte
pandemie, nelle varie povertà fisiche e morali, l’origine
soprannaturale.
Questo malessere diffuso, infatti, non parte dalle famiglie, dall’esistenza di
altre religioni o di altri credo, ma dal fatto che dentro la Chiesa Cattolica
la fede riposta nei Sacramenti ed in primis nel Santissimo Sacramento
celebrato sugli Altari, è venuta a mancare.
E’ l’Eucarestia che Edifica la Chiesa ("Ecclesia de Eucharistia"), non
gli uomini, ma avendo perso la fede nell’Eucarestia, la Chiesa ha smesso di
essere edificante.
Cosa dobbiamo fare quindi a questo punto? Smettere di edificare ed edificarci
anche noi, come fa il mondo? Assolutamente no. Esiste un rimedio, credo
l’unico, che noi laici possiamo mettere in atto: istruirci gli uni, gli altri.
Istruirci di un’istruzione Veritiera, evitando annacquamenti ed edulcorazioni
tipici del “prurito” dell’attimo presente, che generano invece decadenza.
Su queste basi e per queste ragioni ti chiedo di pubblicare questa mia
lettera, già inviata ai diretti interessati, redatta a seguito della mia
partecipazione alla serata di apertura di un corso di formazione per i
Ministri Straordinari della Santa Comunione, organizzato dall’Unità Pastorale
a cui appartengo, dove ho potuto con un certo dolore e disappunto constatare
che sono stati fin dal principio pronunciati errori sull’Eucarestia, che ho
tentato di correggere in presenza, con scarso esito, per cui mi sono visto
costretto a rettificarli per via epistolare. Il contenuto della lettera lo
riporto di seguito, per intero.
Intendo altresì, con questa mia, far presente che il malessere che noi fedeli
viviamo, nel vedere oltraggiato il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di
Gesù Cristo sugli Altari delle nostre parrocchie, ci impediscono ormai di
soprassedere alla diffusione di errori sul tema eucaristico, specie quando
vengano pronunciati nel contesto della formazione specifica.
Sono già troppi gli abusi che per il tramite dei Ministri Straordinari di
nuova generazione vengono compiuti in ogni angolo del mondo.
Abusi a cui
almeno una volta nella vita, a tutti è capitato di assistere, come è accaduto
anche a me e che raccontai in questo mio articolo del luglio dello scorso anno.
Prevenire è meglio che curare! Grazie, Veronica.
Mauro Bonaita
***
La lettera inviata…
"Gentile Sig.ra Iannet Barigazzi Lucia,
Dopo l'incontro del 19 settembre scorso, presso la parrocchia Regina Pacis di
Reggio Emilia sul tema: "I ministri Straordinari della Santa Comunione: nuove
prospettive di servizio diocesano", sono a scriverle per lanciare un appello
ed invito, a lei, ai Diaconi ed ai Sacerdoti della Diocesi.
Ho sommariamente apprezzato l'intento di promuovere la "formazione" dei
ministri straordinari della Santa Comunione (come richiesto dal Can.231.1), ma
vorrei fare delle considerazioni circa alcune fondamentali carenze che
rischiano di vanificare ogni sforzo volto alla carità.
In qualità di fedele appartenente al gruppo nazionale degli "Alleati
dell'Eucarestia e del Vangelo" le posso garantire di aver osservato e non sono
il solo, che, particolarmente in questi ultimi anni, ed anche presso l'UP
Santa Maria degli Angeli (RE), si sono compiuti innumerevoli abusi eucaristici
(solo poi parzialmente corretti) che sviliscono il Santissimo Sacramento.
Questi abusi sono stati compiuti proprio da coloro che per primi avrebbero
dovuto difendere un così grande Sacramento: Sacerdoti, Diaconi ed anche
ministri straordinari.
Già nella documentazione da lei emanata nel primo incontro si devono segnalare
delle incongruenze e frasi erronee rispetto alle istruzioni della Chiesa e che
proprio presso la nostra UP sono state causa di abusi ripetuti e continuativi;
in particolare lei cita l'istruzione "Immensae Caritatis" e, al punto
2009 della sua guida, sostiene che i MSC possono comunicare se stessi.
Devo citarle precisamente cosa invece dice questo stesso documento (ribadito
anche nell’istruzione [94] “Redemptionis Sacramentum” e poi citato tra i gravi
abusi al numero [173]):
Articolo 82...
"Per non ingenerare confusioni sono da evitare e rimuovere
talune prassi, invalse da qualche tempo in alcune Chiese particolari, come
ad esempio:
— il comunicarsi da se stessi come se si trattasse di
concelebranti;
— associare alla rinnovazione delle promesse dei sacerdoti, nella S.
Messa crismale del Giovedì Santo, anche altre categorie di fedeli che
rinnovano i voti religiosi o ricevono il mandato di ministri straordinari
della Comunione;
—
l'uso abituale dei ministri straordinari nelle SS. Messe,
estendendo arbitrariamente il concetto di “numerosa partecipazione”.
Il ministro straordinario della comunione dovrebbe essere prima di tutto uno
straordinario e fervente adoratore del Sacramento Eucaristico. Questo
fervore il ministro straordinario non lo dovrebbe dimostrare saltuariamente
tra i malati, ma quotidianamente tra i sani durante la Messa mostrando
devozione, adorazione e fedele rispetto delle norme e delle istruzioni
liturgiche.
Se il ministro straordinario non si rende conto dell'importanza del suo
ministero tra i sani, rischia di fare ammalare spiritualmente la Chiesa di
Cristo.
Il MSC dovrebbe rendersi conto che è straordinario, non perché è grande, ma
perché è piccolo, umile e supplisce in via eccezionale alle mani consacrate
del Sacerdote; diversamente rischia di gonfiarsi di arroganza e svilire la
Chiesa e l'Eucarestia.
Il Ministro Straordinario non porta se stesso e la sua relazione al malato
(che è solo amore di fratellanza, il "Philia"), ma porta il Corpo di Cristo
e la Comunione con Lui, l'Amore di Carità (l'"Agape" e la "Caritas"), quella
Comunione che egli stesso dovrebbe aver sperimentato durante la Messa e di
cui dovrebbe desiderare di essere portatore agli altri per amore di Cristo.
Diversamente assumerebbe le sembianze di una “missione” filantropica sulla
scia della “fraternitè”.
Il ministro straordinario dovrebbe avere chiara e cara la distinzione tra
Sacerdozio Comune (dei battezzati) e Sacerdozio dell'Ordine e dovrebbe avere
profonda devozione della gerarchia Ecclesiale.
Egli dovrebbe amare ed avere profondo rispetto per il Sacerdozio
dell'Ordine, perché ha piena coscienza che solo i Sacerdoti possono compiere
il miracolo che egli porta ai malati.
L'essere ministro straordinario oggi rischia di riflettere la stessa
decadenza e contraddizione del mondo nel suo essere vicino agli ultimi e
agli emarginati allontanandosi, però, dalle persone più prossime e coloro
che desiderano mantenere integra la fede nel Santissimo Sacramento, anche
per le generazioni future.
La invito pertanto a dedicare una specifica sezione di tale formazione per
la conoscenza e divulgazione dell'istruzione: "Redemptionis Sacramentum"
(particolarmente le istruzioni 133 e dalla 154 alla 160) con la
consapevolezza che i timori del Santo Padre Giovanni Paolo II espressi nella
sua enciclica: "Ecclesia de Eucharistia" sono oggi una amara realtà
quotidiana ed una ferita aperta nel Corpo Mistico di Gesù!
[Così recita al n.10]:
"(...)Purtroppo, accanto a queste luci, non mancano delle ombre. Infatti
vi sono luoghi dove si registra un pressoché completo abbandono del culto
di adorazione eucaristica. Si aggiungono, nell'uno o nell'altro contesto
ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la
dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento. Emerge talvolta una
comprensione assai riduttiva del Mistero eucaristico. Spogliato del suo
valore sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il
valore di un incontro conviviale fraterno. Inoltre, la necessità del
sacerdozio ministeriale, che poggia sulla successione apostolica, rimane
talvolta oscurata e la sacramentalità dell'Eucaristia viene ridotta alla
sola efficacia dell'annuncio. Di qui anche, qua e là, iniziative
ecumeniche che, pur generose nelle intenzioni, indulgono a prassi
eucaristiche contrarie alla disciplina nella quale la Chiesa esprime la
sua fede. Come non manifestare, per tutto questo, profondo dolore?
L'Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare ambiguità e
diminuzioni".
Confido che questa mia Lettera enciclica possa contribuire efficacemente a
che vengano dissipate le ombre di dottrine e pratiche non accettabili,
affinché l'Eucaristia continui a risplendere in tutto il fulgore del suo
mistero.
La esorto allo stesso modo a considerare anche gli avvertimenti di Benedetto
P.P. XVI circa la postura di Lode e ringraziamento da mantenere dinnanzi al
nostro Dio Transustanziato ( potrà essere di aiuto questo documento, cosicché questi ministri diventino dei fari di virtù per la comunità
intera).
"Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi; una fede o una liturgia
che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto
centrale". (Cit. P.P. B.XVI)
Sperando che possa interpretare questa mia lettera come un servizio alla
Chiesa e alla comunità, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo
Sacramento"
Mauro Bonaita, Reggio Emilia
28 settembre 2024
***
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a cura di Veronica C.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo appello sotto forma di lettera,
preceduta da una breve contestualizzazione, che Mauro Bonaita, un
attento fedele appartenente all'U.P. di Reggio Emilia, ha inviato ai
responsabili di un Corso di Formazione per Ministri Straordinari della Santa
Comunione. Buona lettura.
§§§
Cara Veronica,
quante battaglie abbiamo combattuto insieme, ad un anno dalla mia adesione agli Alleati dell'Eucarestia ! Come avremmo potuto evitarle, dopo aver riconosciuto che nel tempo che
viviamo è in atto una guerra totale, comprendente il fuoco amico, contro Gesù
Cristo? Tutto ci dice che il mondo è tornato a professare l’amore filantropico
della “fraternitè” illuminista e marxista.
Le Chiese sembrano ormai centri sociali. I sacerdoti e le parrocchie
professano, come fosse un dogma, questa finta fratellanza orizzontale
invitando i bambini a partecipare quasi esclusivamente ad attività ludiche di
ogni tipo, tranne che spirituali: dai campeggi, alle cene conviviali, agli
aperitivi, agli eventi con musica profana, fino alla visita di mostre d’arte
dissacranti.
Anche le Messe hanno assunto la stessa “impronta” dei centri sociali, che
svilisce il Sacrificio di Gesù. Il tutto a discapito della fede, dei
Sacramenti e della salvezza delle anime della famiglia umana.
Chi vive secondo lo Spirito Santo e non secondo la carne è ovvio che riconosca
nelle guerre politico-economiche in atto, nelle recenti vere/presunte
pandemie, nelle varie povertà fisiche e morali, l’origine
soprannaturale.
Questo malessere diffuso, infatti, non parte dalle famiglie, dall’esistenza di
altre religioni o di altri credo, ma dal fatto che dentro la Chiesa Cattolica
la fede riposta nei Sacramenti ed in primis nel Santissimo Sacramento
celebrato sugli Altari, è venuta a mancare.
E’ l’Eucarestia che Edifica la Chiesa ("Ecclesia de Eucharistia"), non
gli uomini, ma avendo perso la fede nell’Eucarestia, la Chiesa ha smesso di
essere edificante.
Cosa dobbiamo fare quindi a questo punto? Smettere di edificare ed edificarci
anche noi, come fa il mondo? Assolutamente no. Esiste un rimedio, credo
l’unico, che noi laici possiamo mettere in atto: istruirci gli uni, gli altri.
Istruirci di un’istruzione Veritiera, evitando annacquamenti ed edulcorazioni
tipici del “prurito” dell’attimo presente, che generano invece decadenza.
Su queste basi e per queste ragioni ti chiedo di pubblicare questa mia
lettera, già inviata ai diretti interessati, redatta a seguito della mia
partecipazione alla serata di apertura di un corso di formazione per i
Ministri Straordinari della Santa Comunione, organizzato dall’Unità Pastorale
a cui appartengo, dove ho potuto con un certo dolore e disappunto constatare
che sono stati fin dal principio pronunciati errori sull’Eucarestia, che ho
tentato di correggere in presenza, con scarso esito, per cui mi sono visto
costretto a rettificarli per via epistolare. Il contenuto della lettera lo
riporto di seguito, per intero.
Intendo altresì, con questa mia, far presente che il malessere che noi fedeli
viviamo, nel vedere oltraggiato il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di
Gesù Cristo sugli Altari delle nostre parrocchie, ci impediscono ormai di
soprassedere alla diffusione di errori sul tema eucaristico, specie quando
vengano pronunciati nel contesto della formazione specifica.
Sono già troppi gli abusi che per il tramite dei Ministri Straordinari di
nuova generazione vengono compiuti in ogni angolo del mondo.
Abusi a cui
almeno una volta nella vita, a tutti è capitato di assistere, come è accaduto
anche a me e che raccontai in questo mio articolo del luglio dello scorso anno.
Prevenire è meglio che curare! Grazie, Veronica.
Mauro Bonaita
***
La lettera inviata…
"Gentile Sig.ra Iannet Barigazzi Lucia,
Dopo l'incontro del 19 settembre scorso, presso la parrocchia Regina Pacis di
Reggio Emilia sul tema: "I ministri Straordinari della Santa Comunione: nuove
prospettive di servizio diocesano", sono a scriverle per lanciare un appello
ed invito, a lei, ai Diaconi ed ai Sacerdoti della Diocesi.
Ho sommariamente apprezzato l'intento di promuovere la "formazione" dei
ministri straordinari della Santa Comunione (come richiesto dal Can.231.1), ma
vorrei fare delle considerazioni circa alcune fondamentali carenze che
rischiano di vanificare ogni sforzo volto alla carità.
In qualità di fedele appartenente al gruppo nazionale degli "Alleati
dell'Eucarestia e del Vangelo" le posso garantire di aver osservato e non sono
il solo, che, particolarmente in questi ultimi anni, ed anche presso l'UP
Santa Maria degli Angeli (RE), si sono compiuti innumerevoli abusi eucaristici
(solo poi parzialmente corretti) che sviliscono il Santissimo Sacramento.
Questi abusi sono stati compiuti proprio da coloro che per primi avrebbero
dovuto difendere un così grande Sacramento: Sacerdoti, Diaconi ed anche
ministri straordinari.
Già nella documentazione da lei emanata nel primo incontro si devono segnalare
delle incongruenze e frasi erronee rispetto alle istruzioni della Chiesa e che
proprio presso la nostra UP sono state causa di abusi ripetuti e continuativi;
in particolare lei cita l'istruzione "Immensae Caritatis" e, al punto
2009 della sua guida, sostiene che i MSC possono comunicare se stessi.
Devo citarle precisamente cosa invece dice questo stesso documento (ribadito
anche nell’istruzione [94] “Redemptionis Sacramentum” e poi citato tra i gravi
abusi al numero [173]):
Articolo 82...
"Per non ingenerare confusioni sono da evitare e rimuovere
talune prassi, invalse da qualche tempo in alcune Chiese particolari, come
ad esempio:
— il comunicarsi da se stessi come se si trattasse di
concelebranti;
— associare alla rinnovazione delle promesse dei sacerdoti, nella S.
Messa crismale del Giovedì Santo, anche altre categorie di fedeli che
rinnovano i voti religiosi o ricevono il mandato di ministri straordinari
della Comunione;
—
l'uso abituale dei ministri straordinari nelle SS. Messe,
estendendo arbitrariamente il concetto di “numerosa partecipazione”.
Il ministro straordinario della comunione dovrebbe essere prima di tutto uno
straordinario e fervente adoratore del Sacramento Eucaristico. Questo
fervore il ministro straordinario non lo dovrebbe dimostrare saltuariamente
tra i malati, ma quotidianamente tra i sani durante la Messa mostrando
devozione, adorazione e fedele rispetto delle norme e delle istruzioni
liturgiche.
Se il ministro straordinario non si rende conto dell'importanza del suo
ministero tra i sani, rischia di fare ammalare spiritualmente la Chiesa di
Cristo.
Il MSC dovrebbe rendersi conto che è straordinario, non perché è grande, ma
perché è piccolo, umile e supplisce in via eccezionale alle mani consacrate
del Sacerdote; diversamente rischia di gonfiarsi di arroganza e svilire la
Chiesa e l'Eucarestia.
Il Ministro Straordinario non porta se stesso e la sua relazione al malato
(che è solo amore di fratellanza, il "Philia"), ma porta il Corpo di Cristo
e la Comunione con Lui, l'Amore di Carità (l'"Agape" e la "Caritas"), quella
Comunione che egli stesso dovrebbe aver sperimentato durante la Messa e di
cui dovrebbe desiderare di essere portatore agli altri per amore di Cristo.
Diversamente assumerebbe le sembianze di una “missione” filantropica sulla
scia della “fraternitè”.
Il ministro straordinario dovrebbe avere chiara e cara la distinzione tra
Sacerdozio Comune (dei battezzati) e Sacerdozio dell'Ordine e dovrebbe avere
profonda devozione della gerarchia Ecclesiale.
Egli dovrebbe amare ed avere profondo rispetto per il Sacerdozio
dell'Ordine, perché ha piena coscienza che solo i Sacerdoti possono compiere
il miracolo che egli porta ai malati.
L'essere ministro straordinario oggi rischia di riflettere la stessa
decadenza e contraddizione del mondo nel suo essere vicino agli ultimi e
agli emarginati allontanandosi, però, dalle persone più prossime e coloro
che desiderano mantenere integra la fede nel Santissimo Sacramento, anche
per le generazioni future.
La invito pertanto a dedicare una specifica sezione di tale formazione per
la conoscenza e divulgazione dell'istruzione: "Redemptionis Sacramentum"
(particolarmente le istruzioni 133 e dalla 154 alla 160) con la
consapevolezza che i timori del Santo Padre Giovanni Paolo II espressi nella
sua enciclica: "Ecclesia de Eucharistia" sono oggi una amara realtà
quotidiana ed una ferita aperta nel Corpo Mistico di Gesù!
[Così recita al n.10]:
"(...)Purtroppo, accanto a queste luci, non mancano delle ombre. Infatti
vi sono luoghi dove si registra un pressoché completo abbandono del culto
di adorazione eucaristica. Si aggiungono, nell'uno o nell'altro contesto
ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede e la
dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento. Emerge talvolta una
comprensione assai riduttiva del Mistero eucaristico. Spogliato del suo
valore sacrificale, viene vissuto come se non oltrepassasse il senso e il
valore di un incontro conviviale fraterno. Inoltre, la necessità del
sacerdozio ministeriale, che poggia sulla successione apostolica, rimane
talvolta oscurata e la sacramentalità dell'Eucaristia viene ridotta alla
sola efficacia dell'annuncio. Di qui anche, qua e là, iniziative
ecumeniche che, pur generose nelle intenzioni, indulgono a prassi
eucaristiche contrarie alla disciplina nella quale la Chiesa esprime la
sua fede. Come non manifestare, per tutto questo, profondo dolore?
L'Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare ambiguità e
diminuzioni".
Confido che questa mia Lettera enciclica possa contribuire efficacemente a
che vengano dissipate le ombre di dottrine e pratiche non accettabili,
affinché l'Eucaristia continui a risplendere in tutto il fulgore del suo
mistero.
La esorto allo stesso modo a considerare anche gli avvertimenti di Benedetto
P.P. XVI circa la postura di Lode e ringraziamento da mantenere dinnanzi al
nostro Dio Transustanziato ( potrà essere di aiuto questo documento, cosicché questi ministri diventino dei fari di virtù per la comunità
intera).
"Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi; una fede o una liturgia
che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto
centrale". (Cit. P.P. B.XVI)
Sperando che possa interpretare questa mia lettera come un servizio alla
Chiesa e alla comunità, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo
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