Cosa possiamo fare a difesa della Fede e dei diritti di Dio e dei Suoi figli
fedeli in questa Chiesa stravagante? Riceviamo e
volentieri condividiamo la bella testimonianza sul combattimento sacrosanto e
dall’esito positivo, che ci giunge dagli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo
di Reggio Emilia, contro l’imposizione della Comunione da parte dei ministri
straordinari alla presenza del sacerdote.
«Carissimi Valter e
Veronica,
Vorrei raccontare una piccola esperienza che riguarda la
nostra diocesi.
Abbiamo appreso tutti, chi prima, chi dopo, chi in
un modo, chi nell’altro, ma con lo stesso doloroso stupore, di quanto molti
sacerdoti abbiano totalmente dimenticato i gesti e il significato profondo di
ciò che compiono nella liturgia. Molti di essi da protagonisti sacri sembrano
diventati vittime della menzogna: le prime vittime da risvegliare, che
sembrano aver dimenticato il prodigio quotidiano della transustanziazione, che
operano le loro mani consacrate.
Ma il tema é: come è possibile
affrontare un sacerdote? Per un laico, senza alcun mandato, né alcuna
autorità, è praticamente impossibile con la sola e singolare voce del sensus
fidei e bei discorsi di morale.
Le uniche battaglie che potremo
sperare di vincere all’inizio saranno solo su grosse ed evidenti questioni,
come ricevere l’Eucarestia in bocca, senza accontentarsi solo di questo, ma
anche sperare e lottare per riottenere tutto degli usi, costumi, della morale
e della dottrina della fede Cattolica originale così come lasciataci 2000 anni
fa.
Nella nostra diocesi ben due sacerdoti avevano smesso di
distribuire l’Eucarestia, demandando il sacro compito ai ministri straordinari
(quindi laici). Molti tra di noi fedeli erano turbati da tale atteggiamento.
Forse, ci si diceva, è solo eccesso di zelo il nostro, ma qualcosa dentro di
noi ci diceva che era sbagliata la distribuzione dell’Ostia da parte loro,
perché solo il sacerdote è ministro ordinari, colui che con le sue mani
consacrate trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo.
Ma
chi può far valere questa verità oggigiorno nelle condizioni di confusione e
manipolazione in cui versiamo? Chi può far valere questa verità? Un povero
metalmeccanico esaltato?
Ebbene, facendo una ricerca, abbiamo
scoperto l’esistenza dell’Istruzione Redemptionis Sacramentum [QUI], un documento ufficiale delle più alte cariche della Chiesa con mandato e
approvazione di Papa Giovanni Paolo II, nell’unità degli apostoli della Chiesa
di Cristo e quindi soggetto all’infallibilità dello Spirito Santo.
All’articolo
157 sta scritto in modo inequivocabile: Se è di solito presente un numero di
ministri sacri sufficiente anche alla distribuzione della santa Comunione, non
si possono deputare a questo compito i ministri straordinari della santa
Comunione. In simili circostanze, coloro che fossero deputati a tale
ministero, non lo esercitino. È riprovevole la prassi di quei Sacerdoti che,
benché presenti alla celebrazione, si astengono comunque dal distribuire la
Comunione, incaricando di tale compito i laici.
Ecco, che quello
zelo del metalmeccanico diventa lo zelo di Mattatia (1 Mac 2,24-27) che, non
più con la voce del sensus fidei ma con la parola del consensus fidelium e
della Chiesa di sempre diventa scudo e allo stesso tempo spada che taglia.
Quindi
così ci siamo adoperati:Dapprima abbiamo scritto due lettere al vescovo da
cui, come atteso, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
In seconda
abbiamo tentato un approccio verbale e fraterno col sacerdote che ha portato
solo a giustificazioni ed autogiustificazioni finalizzate all’esaltazione dei
ministri straordinari.
Infine abbiamo scritto una lettera accompagnatoria
ai fedeli e ai ministri straordinari, sollevando alcuni dubbi e incertezze
circa la totale legittimità del loro incarico, anche riferendo della quantità
delle istruzioni del Redemptionis Sacramentum che venivano infranto e operando
al contempo un’azione di volantinaggio.
C’ è stato qualche giorno
di “scompiglio” ma poi si è tornati come è giusto che sia alla distribuzione
ininterrotta dell’Eucarestia da parte dei sacerdoti (anche se un ministro
straordinario viene sempre chiamato pur non essendocene ragione).
Non
si può affermare che da noi ora sia tutto “come Dio comanda”: la liturgia e le
prediche sono sempre le stesse, più politiche che cristocentriche, ma da
questa battaglia vinta, ci prepariamo alla prossima che sarà per la difesa
dell’istruzione 94 (annoverata tra le gravi al numero 173 dello stesso
documento): Non è consentito ai fedeli di “prendere da sé e tanto meno
passarsi tra loro di mano in mano” la sacra ostia o il sacro calice.
Infatti,
è prassi ormai consolidata di alcuni ministri straordinari, incalzati dal
sacerdote, il servirsi da sé dopo la distribuzione della Comunione ai fedeli,
come il prendere da sé il sacro vaso.
Istruzione alla mano, nella
nostra sola unità pastorale vengono compiute, tra infrazioni più o meno
frequenti e più o meno gravi, una decina di inosservanze ad ogni celebrazioni
eucaristica (contraddicendo circa una ventina di istruzioni).
Allora
coraggio e su le maniche. C’è da lavorare nella Vigna del Signore. Servono
schiere di chierichetti zelanti e formati, Questo è il fronte di battaglia da
conquistare.
Non dimentichiamo nemmeno, che tra gli obiettivi da
raggiungere c’è la reintroduzione dell’uso del piattino (difeso
dall’istruzione 93), l’inchino di reverenza (voluto dall’istruzione 90) e
l’obbligo della consumazione dell’Ostia davanti al ministro per evitare
sacrilegi (richiesto all’istruzione 92), scoraggiarne il ricevimento in mano e
tornare a ricevere e percepire Gesù come presenza reale nell’Eucarestia,
nell’unità della Chiesa di sempre.
Grazie Valter e Veronica per il
tracciato che avete suggerito».
Così ci riferiscono gli Alleati
dell’Eucarestia e del Vangelo di Reggio Emilia, che ringraziamo per l’esempio.
Esempio che invitiamo a replicare da parte di chiunque si trovi di fronte alla
stessa problematica.
Sia lodato e ringraziato in ogni momento Gesù
nel Santissimo Sacramento.
Valter Tuninetti e Veronica Cireneo
Fondatori
degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo
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domenica 30 luglio 2023
Dal diario degli Alleati. Reggio Emilia: Ministro straordinario? No, grazie!
«Carissimi Valter e Veronica,
Vorrei raccontare una piccola esperienza che riguarda la nostra diocesi.
Abbiamo appreso tutti, chi prima, chi dopo, chi in un modo, chi nell’altro, ma con lo stesso doloroso stupore, di quanto molti sacerdoti abbiano totalmente dimenticato i gesti e il significato profondo di ciò che compiono nella liturgia. Molti di essi da protagonisti sacri sembrano diventati vittime della menzogna: le prime vittime da risvegliare, che sembrano aver dimenticato il prodigio quotidiano della transustanziazione, che operano le loro mani consacrate.
Ma il tema é: come è possibile affrontare un sacerdote? Per un laico, senza alcun mandato, né alcuna autorità, è praticamente impossibile con la sola e singolare voce del sensus fidei e bei discorsi di morale.
Le uniche battaglie che potremo sperare di vincere all’inizio saranno solo su grosse ed evidenti questioni, come ricevere l’Eucarestia in bocca, senza accontentarsi solo di questo, ma anche sperare e lottare per riottenere tutto degli usi, costumi, della morale e della dottrina della fede Cattolica originale così come lasciataci 2000 anni fa.
Nella nostra diocesi ben due sacerdoti avevano smesso di distribuire l’Eucarestia, demandando il sacro compito ai ministri straordinari (quindi laici). Molti tra di noi fedeli erano turbati da tale atteggiamento. Forse, ci si diceva, è solo eccesso di zelo il nostro, ma qualcosa dentro di noi ci diceva che era sbagliata la distribuzione dell’Ostia da parte loro, perché solo il sacerdote è ministro ordinari, colui che con le sue mani consacrate trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo.
Ma chi può far valere questa verità oggigiorno nelle condizioni di confusione e manipolazione in cui versiamo? Chi può far valere questa verità? Un povero metalmeccanico esaltato?
Ebbene, facendo una ricerca, abbiamo scoperto l’esistenza dell’Istruzione Redemptionis Sacramentum [QUI], un documento ufficiale delle più alte cariche della Chiesa con mandato e approvazione di Papa Giovanni Paolo II, nell’unità degli apostoli della Chiesa di Cristo e quindi soggetto all’infallibilità dello Spirito Santo.
All’articolo 157 sta scritto in modo inequivocabile: Se è di solito presente un numero di ministri sacri sufficiente anche alla distribuzione della santa Comunione, non si possono deputare a questo compito i ministri straordinari della santa Comunione. In simili circostanze, coloro che fossero deputati a tale ministero, non lo esercitino. È riprovevole la prassi di quei Sacerdoti che, benché presenti alla celebrazione, si astengono comunque dal distribuire la Comunione, incaricando di tale compito i laici.
Ecco, che quello zelo del metalmeccanico diventa lo zelo di Mattatia (1 Mac 2,24-27) che, non più con la voce del sensus fidei ma con la parola del consensus fidelium e della Chiesa di sempre diventa scudo e allo stesso tempo spada che taglia.
Quindi così ci siamo adoperati:Dapprima abbiamo scritto due lettere al vescovo da cui, come atteso, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
In seconda abbiamo tentato un approccio verbale e fraterno col sacerdote che ha portato solo a giustificazioni ed autogiustificazioni finalizzate all’esaltazione dei ministri straordinari.
Infine abbiamo scritto una lettera accompagnatoria ai fedeli e ai ministri straordinari, sollevando alcuni dubbi e incertezze circa la totale legittimità del loro incarico, anche riferendo della quantità delle istruzioni del Redemptionis Sacramentum che venivano infranto e operando al contempo un’azione di volantinaggio.
C’ è stato qualche giorno di “scompiglio” ma poi si è tornati come è giusto che sia alla distribuzione ininterrotta dell’Eucarestia da parte dei sacerdoti (anche se un ministro straordinario viene sempre chiamato pur non essendocene ragione).
Non si può affermare che da noi ora sia tutto “come Dio comanda”: la liturgia e le prediche sono sempre le stesse, più politiche che cristocentriche, ma da questa battaglia vinta, ci prepariamo alla prossima che sarà per la difesa dell’istruzione 94 (annoverata tra le gravi al numero 173 dello stesso documento): Non è consentito ai fedeli di “prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano” la sacra ostia o il sacro calice.
Infatti, è prassi ormai consolidata di alcuni ministri straordinari, incalzati dal sacerdote, il servirsi da sé dopo la distribuzione della Comunione ai fedeli, come il prendere da sé il sacro vaso.
Istruzione alla mano, nella nostra sola unità pastorale vengono compiute, tra infrazioni più o meno frequenti e più o meno gravi, una decina di inosservanze ad ogni celebrazioni eucaristica (contraddicendo circa una ventina di istruzioni).
Allora coraggio e su le maniche. C’è da lavorare nella Vigna del Signore. Servono schiere di chierichetti zelanti e formati, Questo è il fronte di battaglia da conquistare.
Non dimentichiamo nemmeno, che tra gli obiettivi da raggiungere c’è la reintroduzione dell’uso del piattino (difeso dall’istruzione 93), l’inchino di reverenza (voluto dall’istruzione 90) e l’obbligo della consumazione dell’Ostia davanti al ministro per evitare sacrilegi (richiesto all’istruzione 92), scoraggiarne il ricevimento in mano e tornare a ricevere e percepire Gesù come presenza reale nell’Eucarestia, nell’unità della Chiesa di sempre.
Grazie Valter e Veronica per il tracciato che avete suggerito».
Così ci riferiscono gli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo di Reggio Emilia, che ringraziamo per l’esempio. Esempio che invitiamo a replicare da parte di chiunque si trovi di fronte alla stessa problematica.
Sia lodato e ringraziato in ogni momento Gesù nel Santissimo Sacramento.
Valter Tuninetti e Veronica Cireneo
Fondatori degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo
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