a cura di Veronica C.
I dogmi mariani già proclamati dalla Santa Chiesa sono quattro: Maria, Madre di Dio (Concilio di Efeso del 432 d.C.); la Perpetua Verginità di Maria (Concilio di Costantinopoli del 553), l'Immacolata Concezione e l'
Assunzione di Maria Santissima al Cielo.
Gli ultimi due, dal carattere dossologico vennero proclamati a
scopo di lodare la Santa Vergine, mentre i primi due vennero proclamati per
combattere le eresie.
Considerati i tempi non solo eretici, ma apostati che viviamo, siamo certi che
non riusciremmo a rimettere un po' di ordine proclamando il 5' dogma, già
atteso da decenni: il dogma di Maria Corredentrice? (approfondimenti)
In questo articolo, Mauro Bonaita ci parla dei risvolti spirituali e concreti
che la chiamata alla corredenzione comporta in chi vive ad imitazione di
Cristo.
§§§
Il dogma della Corredenzione di Maria per passare dal piacere dei peccati, alla gioia della santità.
Si sente spesso parlare del Dogma di Maria Corredentrice come se ciò debba
servire unicamente, e come fine a sé stesso, per elevare la Persona di Maria;
seppur ciò sia vero e necessario, io credo che la definizione dei Dogmi debba
suscitare anche la crescita e l’elevazione di noi fedeli come Figli eredi del
Regno che sarà, per elevare l’Umanità intera ad una crescita lungo la sua
storia.
Provo ad elaborare un ragionamento e delle riflessioni senza pretese, ma con il lume
della ragione.
L’Uomo nel giardino dell’Eden commise il peccato originale che consistette nel
voler perseguire i piaceri animaleschi della carne invece che i piaceri
spirituali che Dio aveva pensato per noi. Dopo che l’Uomo e la Donna
disobbedirono a Dio, caddero in questo stato di decadenza “animalesca” che ci
fa ammalare, morire e soffrire.
Per la smania di ricercare il piacere l’Uomo trovò quindi la sofferenza.
Alla Donna disse:
(Gen 3,16) «Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze, con dolore partorirai.Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà».
E all’Uomo disse:
(Gen 3,17) … maledetto il suolo per causa tua!Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita".
Dio Padre, nella sua onnipotenza, fece in modo che le sofferenze del Figlio
unigenito offerte per la salvezza degli uomini abbiano ripagato l’effetto del
peccato originale in antitesi alla ricerca egoistica del piacere da parte dei
nostri progenitori che intaccarono irrimediabilmente la carne dell’umanità
intera, attraverso la modalità procreativa; ma non solo. Egli fece in modo che
il Sacrificio del Figlio abbia ripagato tutti i peccati del mondo per
l’eternità: dolore e sofferenza offerti per Amore gratuito, a ripagare piacere ed egoismo.
Dai dolori del parto ai dolori morali, curati con i moderni medicinali,
antidolorifici e psicofarmaci, non c’è sofferenza che non possa essere
(temporaneamente) lenita e, tra un farmaco e l’altro, vi sono poi gli
innumerevoli vizi della modernità: internet, videogiochi, televisione,
cellulari, cibi e bevande in sovrabbondanza e vizi nuovi e di sempre.
La modernità ci ha disabituati all’accettazione, e quindi dalla comprensione, del senso del sacrificio, che prevede sofferenza di qualsiasi genere, ma che sia
fisica o morale, ci fa gustare il valore e il fine ultimo delle cose ed
anche della nostra esistenza.
Quante volte abbiamo detto ai nostri figli che
bisogna andare a lavorare col sudore della fronte per comprendere il valore
del denaro…
Per la Fede vale lo stesso: serve sudare sangue come Gesù nel Getsemani.
Attraverso la figliolanza con Maria Sempre Vérgine e Addolorata e Trafitta dai
dolori di una spada, consegnataci sotto la Croce come Madre della Chiesa,
anche noi diveniamo cor-redentori dell’umanità per i meriti di Cristo,
generando figli spirituali affidati alle nostre preghiere e al nostro soffrire
offerto ad ogni Messa attraverso il Santíssimo Sacramento dell’Altare.
Attraverso questa figliolanza spirituale, che dovrebbe essere prerogativa del
Sacerdozio dell’Ordine, si sarebbe dovuto fondare il comando primordiale di
Dio (Gen 1,22) “siate fecondi”, e non attraverso il congiungimento nella carne
come lo conosciamo.
Per un concetto di Economia della Salvezza e di soddisfazione della Giustizia
Divina, l’Uomo che cerca o sopporta la sofferenza della carne e con la predisposizione della pazienza la offre a
Dio Padre, per i meriti del Figlio Gesù, porta doni di grazia per la salvezza
delle anime permettendogli di acquisire anche meriti per se stesso.
Conformando quindi la nostra vita ai patimenti di Gesù Cristo diventiamo corredentori e coeredi del Regno del Padre.
- (Rom 8,17) E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
- (2 Cor 1,5) Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
- (Fil 3,10) E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte,
- (Col 1,24) Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
- (2 Tm 2,3) Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.
- (1 Pt 4,13) Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
Queste verità di Fede, è da constatare che, si sono allontanate dal sentire della Chiesa moderna che, nella sua eccessiva pastoralità mondana, professa invece la logica della felicità qui in Terra.
Non che la felicità sia qualcosa di sbagliato in sé, ma piuttosto è l’ideale
di felicità che è sbagliato in questo mondo, perché quasi sempre significa
dover ridere e godere dinnanzi a disparità incolmabili. Si finisce quindi per
cadere in un egoismo che ci fa calpestare il prossimo per raggiungere i nostri
ideali di felicità egocentrica, oppure, si falsifica il senso del bene supremo,
che è la Santificazione dell’anima, per la “santificazione” del corpo e dei
piaceri corporali.
E per la smania di voler vedere “felici” anche gli altri
(anche nei loro peccati) già ora sulla terra, si professa un’inclusione e una
fratellanza universale che rievoca la vecchia eresia dell’Apocatàstasi
origeniana, oppure si commette una carità a buon mercato (nella menzogna) che
ci dà l’illusione di aver commesso del bene, ma in realtà è un altro male (come
il green pass e gli obblighi vaccinali spacciati per “atti d’amore” o gli
ideali dell’”immigrantismo” e dell’”ecologismo” che stanno impoverendo il
mondo).
Ne sono altri esempi l’inclusione delle coppie gay, l’inclusione dei
risposati, “il diritto” all’aborto o il “diritto di morire” (suicidio
assistito o eutanasia) nel caso in cui quell’ideale di felicità sia diventato
irraggiungibile a causa di una malattia fisica inguaribile o di una sofferenza
morale implacabile.
Se si afferma davanti ad un Sacerdote o un fedele progressista che
nell’Eucarestia si attualizza il Calvario di Cristo, prontamente la risposta
di costoro è sempre la stessa: “Sí, ma anche la Resurrezione…”; il che è vero, ma essi manifestano prontamente repulsione per la sofferenza, enfatizzando il
premio di felicità. È per tale motivo che la liturgia del Novus Ordo risulta
falsificata sbilanciandosi su questo sentire diffuso. Ma, noi siamo salvi per
i meriti dei patimenti e della morte di Cristo e non per la Resurrezione, che
invece porta la Speranza. Per assurdo la Salvezza ci poteva essere anche senza
la manifestazione del Cristo Risorto, ma Cristo Risorto si è presentato ai
suoi apostoli e discepoli per confermare ogni verità di fede. Dice infatti san
Paolo: «Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma
se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana
anche la vostra fede» (1 Cor 15, 13-14). La predicazione ha bisogno della
Risurrezione; la fede ha bisogno della Risurrezione; ma la salvezza ha bisogno
solo della Croce, tanto è vero che sulla Croce Gesù dirà: «Tutto è compiuto»
(Gv 19, 30). Inoltre è sulla Croce che siamo resi tutti fratelli, perché è il
Sangue di Gesú che ha abbattuto ogni muro di divisione. Quindi, la vera
inclusione, passa per il Sangue di Gesú, attraverso il Sacrificio di Cristo
sul Calvario e, dunque, nella Santa Messa che questo esalta e comprende.
Invece, nell’ amore di fratellanza, ultra-inclusivo, che pensa alla
Risurrezione, ma solo per negare il Crocifisso, si nasconde spesso il desiderio
di voler ottenere le lusinghe dal mondo e il riconoscimento di uno status
nella società che ci elevi a “brave persone tolleranti” impegnate nella
società (ma che spesso è lontano dall’essere buoni cristiani). Del resto si
sa: (Lc 1-8) “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più
scaltri dei figli della luce”.
Essi, i figli delle tenebre, sono spesso molto
operosi nel sociale. Oggi, quelli che stanno al vertice della “piramide”, si
chiamano filantropi e, lo vediamo bene tutti noi quanta operosità stanno
manifestando...e come scantonino nell’eresia dell’attivismo.
È da riscoprire piuttosto, per noi cristiani, la parola "gioia" che è
un’anticipazione, attraverso il dono della Fede, prima, e poi quello della
Speranza, della felicità che sarà in futuro in Paradiso, ma con le lacrime
attuali sulla Terra. Solo dopo le lacrime è possibile sperimentare la vera
Carità, che è il conformarsi a Cristo nei suoi patimenti, che diventano i nostri
offerti, per gli altri. Quando si parla di partecipazione attiva alla Messa,
dovrebbe essere questo il vero atteggiamento: soffrire partecipando
attivamente e concretamente ai patimenti di Cristo guardando ai nostri, che
sono miserie, e che sarebbero privi di valore se non fosse per Gesù Stesso e
per la figliolanza con Maria, Ella Stessa Creatura come noi.
Dal 1916 Gesù ci ha consegnato, prima attraverso l’Angelo della Pace e poi nel
1935 con Suor Faustina Kovalska, due preghiere il cui contenuto è propizio per
la crescita della Chiesa di questi Ultimi Tempi.
Queste due preghiere hanno
moltissimo in comune e racchiudono l’essenza del Sacrificio Cristiano. Sono la preghiera dell’Angelo della Pace e la Coroncina della Divina
Misericordia.
Preghiera dell’Angelo della Pace:
“Mio Dio io credo, adoro, spero e Ti amo, ti
chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e
non Ti amano. Santissima Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro
profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo Sangue Anima e Divinità di
Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli della terra, in riparazione degli
oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli è offeso. E per i meriti
infiniti del Sacratissimo Cuore di Gesù e per l’intercessione del Cuore
Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori “.
Coroncina della Divina Misericordia:
"Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il
Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro
Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero".
L’assidua recita di queste preghiere trasforma il fedele in un Tabernacolo
Eucaristico che si offre a Dio Padre, il quale accoglie le nostre sofferenze
attraverso la Comunione col Figlio e il Suo Sacrificio.
Durante la Messa, i fedeli che intravedono i patimenti del calvario di Cristo
e li traspongono nei loro patimenti a riscatto degli altri, fanno offerta
gradita a Dio.
È necessario che venga riconosciuto il dogma, non solo per rendere giustizia
alla figura di Maria, ma anche e soprattutto perché questo riconoscerebbe
corredentori tutti i fedeli e darebbe al Battesimo il suo valore di porta
della salvezza, non solo propria, ma anche altrui. Questo ridarebbe chiare e
rinnovate argomentazioni: sulla responsabilità attiva di noi Cristiani per
compiere Veri atti di Carità, per ritornare alla preghiera; sul senso delle
nostre sofferenze; sulle sofferenze degli altri e quindi sul senso della vita
e sulla responsabilità missionaria della Chiesa per la Salvezza delle anime.
Come risvegliare un’umanità addormentata e anestetizzata dai patimenti se non
con dolori ancor più grandi? Il periodo Covid è stato solo l’inizio; come nel
Vecchio Testamento vi furono le dieci piaghe, nel Nuovo vi sono le sette Coppe
dell’Ira di Dio dell’ Apocalisse (Ap 15) a ripagare gli empi, ma che sono
anche Sette Trombe (Ap 8) a richiamo e risveglio dei giusti.
Coppe di Ira sugli Empi e Trombe per i giusti!
(Pr 10-13) "Sulle labbra dell'intelligente si trova la sapienza, ma il bastone è per la schiena dello stolto".
Dobbiamo riconoscere che il periodo appena trascorso è stato (almeno per
quanto ci riguarda nella Fede) una “Tromba di richiamo” e una benedizione! Ma,
stiamo attenti: coloro che sono stati trovati “giusti” hanno sentito la
Tromba, che è la chiamata, ma non si è realizzata la Salvezza, che lo sarà solo
per i perseveranti nel Regno dei Cieli. Quindi, noi che abbiamo sentito
squillare le Trombe, non dobbiamo addormentarci e non dobbiamo essere come il
Fariseo nei confronti del Pubblicano. Dovremmo considerate questa chiamata
una correzione paterna, da affrontare senza spavalderia.
(Pr 13,1) "Il figlio saggio ama la correzione del padre, lo spavaldo non
ascolta il rimprovero".
Allo stesso modo coloro che dinnanzi ai nostri occhi ricevono i castighi (le
Coppe dell’Ira di Dio) non è detto che abbiano a ricevere la Condanna;
lasciamo che i giusti Giudizi e le Sentenze finali siano in mano a Dio.
Certo è che, se abbiamo compreso, tutti noi abbiamo una corresponsabilità verso la Salvezza dei nostri fratelli, in nome di Cristo.
(1Cor 3,9) "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio."
A noi è permesso attingere da quella fonte inesauribile che è la Misericordia
Divina per applicarla all’umanità, completando nella nostra carne ciò che
manca ai patimenti di Cristo, a favore della Sua Chiesa.
Gesù col Suo sacrificio ha dato tutto il possibile, ed oltre, fino a
farsi dilaniare le giunture delle ossa.
Ripercorrendo gli scritti della Beata Anna Katharina Emmerick veniamo a
conoscenza che la Santa Croce venne costruita durante le ore del calvario e i buchi
per i chiodi furono praticati in precedenza alla crocifissione.
Solo successivamente praticarono l'inchiodatura,ma avendo gli aguzzini
di Gesù, praticato i fori ad una distanza abbondante tra di loro, tirarono il Corpo
di Cristo servendosi di funi, dilaniando le giunture delle Sue Ossa per far
combaciare i palmi delle mani con i fori, come a voler abbracciare quanti più
fedeli possibile.
La natura umana
della Chiesa è costruita sull'impronta di quella Divina e da essa guidata. Ora
tocca a noi fedeli cooperare per la salvezza delle anime, grazie ai meriti di
Cristo.
All’umanità serve di imparare a patire come patì Gesù sul Calvario, come
agnelli mansueti (ma operosi), soprattutto per coloro che hanno ricevuto i
doni di Grazia per risvegliarsi in questi tempi, affinché non ci venga detto
un giorno:
"Avete ricevuto la Mia luce per aprire i vostri occhi, ma avete
dato le tenebre che stanno nei vostri cuori".
Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam
Mauro Bonaita, Reggio Emilia
9 luglio 2024
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alleatieucarestia@gmail.com
a cura di Veronica C.
I dogmi mariani già proclamati dalla Santa Chiesa sono quattro: Maria, Madre di Dio (Concilio di Efeso del 432 d.C.); la Perpetua Verginità di Maria (Concilio di Costantinopoli del 553), l'Immacolata Concezione e l'
Assunzione di Maria Santissima al Cielo.
Gli ultimi due, dal carattere dossologico vennero proclamati a
scopo di lodare la Santa Vergine, mentre i primi due vennero proclamati per
combattere le eresie.
Considerati i tempi non solo eretici, ma apostati che viviamo, siamo certi che
non riusciremmo a rimettere un po' di ordine proclamando il 5' dogma, già
atteso da decenni: il dogma di Maria Corredentrice? (approfondimenti)
In questo articolo, Mauro Bonaita ci parla dei risvolti spirituali e concreti
che la chiamata alla corredenzione comporta in chi vive ad imitazione di
Cristo.
§§§
Il dogma della Corredenzione di Maria per passare dal piacere dei peccati, alla gioia della santità.
Si sente spesso parlare del Dogma di Maria Corredentrice come se ciò debba
servire unicamente, e come fine a sé stesso, per elevare la Persona di Maria;
seppur ciò sia vero e necessario, io credo che la definizione dei Dogmi debba
suscitare anche la crescita e l’elevazione di noi fedeli come Figli eredi del
Regno che sarà, per elevare l’Umanità intera ad una crescita lungo la sua
storia.
Provo ad elaborare un ragionamento e delle riflessioni senza pretese, ma con il lume
della ragione.
L’Uomo nel giardino dell’Eden commise il peccato originale che consistette nel
voler perseguire i piaceri animaleschi della carne invece che i piaceri
spirituali che Dio aveva pensato per noi. Dopo che l’Uomo e la Donna
disobbedirono a Dio, caddero in questo stato di decadenza “animalesca” che ci
fa ammalare, morire e soffrire.
Per la smania di ricercare il piacere l’Uomo trovò quindi la sofferenza.
Alla Donna disse:
(Gen 3,16) «Moltiplicherò i tuoi dolori
e le tue gravidanze, con dolore partorirai.Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà».
E all’Uomo disse:
(Gen 3,17) … maledetto il suolo per causa tua!Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita".
Dio Padre, nella sua onnipotenza, fece in modo che le sofferenze del Figlio
unigenito offerte per la salvezza degli uomini abbiano ripagato l’effetto del
peccato originale in antitesi alla ricerca egoistica del piacere da parte dei
nostri progenitori che intaccarono irrimediabilmente la carne dell’umanità
intera, attraverso la modalità procreativa; ma non solo. Egli fece in modo che
il Sacrificio del Figlio abbia ripagato tutti i peccati del mondo per
l’eternità: dolore e sofferenza offerti per Amore gratuito, a ripagare piacere ed egoismo.
Dai dolori del parto ai dolori morali, curati con i moderni medicinali,
antidolorifici e psicofarmaci, non c’è sofferenza che non possa essere
(temporaneamente) lenita e, tra un farmaco e l’altro, vi sono poi gli
innumerevoli vizi della modernità: internet, videogiochi, televisione,
cellulari, cibi e bevande in sovrabbondanza e vizi nuovi e di sempre.
La modernità ci ha disabituati all’accettazione, e quindi dalla comprensione, del senso del sacrificio, che prevede sofferenza di qualsiasi genere, ma che sia
fisica o morale, ci fa gustare il valore e il fine ultimo delle cose ed
anche della nostra esistenza.
Quante volte abbiamo detto ai nostri figli che
bisogna andare a lavorare col sudore della fronte per comprendere il valore
del denaro…
Per la Fede vale lo stesso: serve sudare sangue come Gesù nel Getsemani.
Attraverso la figliolanza con Maria Sempre Vérgine e Addolorata e Trafitta dai
dolori di una spada, consegnataci sotto la Croce come Madre della Chiesa,
anche noi diveniamo cor-redentori dell’umanità per i meriti di Cristo,
generando figli spirituali affidati alle nostre preghiere e al nostro soffrire
offerto ad ogni Messa attraverso il Santíssimo Sacramento dell’Altare.
Attraverso questa figliolanza spirituale, che dovrebbe essere prerogativa del
Sacerdozio dell’Ordine, si sarebbe dovuto fondare il comando primordiale di
Dio (Gen 1,22) “siate fecondi”, e non attraverso il congiungimento nella carne
come lo conosciamo.
Per un concetto di Economia della Salvezza e di soddisfazione della Giustizia
Divina, l’Uomo che cerca o sopporta la sofferenza della carne e con la predisposizione della pazienza la offre a
Dio Padre, per i meriti del Figlio Gesù, porta doni di grazia per la salvezza
delle anime permettendogli di acquisire anche meriti per se stesso.
Conformando quindi la nostra vita ai patimenti di Gesù Cristo diventiamo corredentori e coeredi del Regno del Padre.
- (Rom 8,17) E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
- (2 Cor 1,5) Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
- (Fil 3,10) E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte,
- (Col 1,24) Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
- (2 Tm 2,3) Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.
- (1 Pt 4,13) Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
Queste verità di Fede, è da constatare che, si sono allontanate dal sentire della Chiesa moderna che, nella sua eccessiva pastoralità mondana, professa invece la logica della felicità qui in Terra.
Non che la felicità sia qualcosa di sbagliato in sé, ma piuttosto è l’ideale
di felicità che è sbagliato in questo mondo, perché quasi sempre significa
dover ridere e godere dinnanzi a disparità incolmabili. Si finisce quindi per
cadere in un egoismo che ci fa calpestare il prossimo per raggiungere i nostri
ideali di felicità egocentrica, oppure, si falsifica il senso del bene supremo,
che è la Santificazione dell’anima, per la “santificazione” del corpo e dei
piaceri corporali.
E per la smania di voler vedere “felici” anche gli altri
(anche nei loro peccati) già ora sulla terra, si professa un’inclusione e una
fratellanza universale che rievoca la vecchia eresia dell’Apocatàstasi
origeniana, oppure si commette una carità a buon mercato (nella menzogna) che
ci dà l’illusione di aver commesso del bene, ma in realtà è un altro male (come
il green pass e gli obblighi vaccinali spacciati per “atti d’amore” o gli
ideali dell’”immigrantismo” e dell’”ecologismo” che stanno impoverendo il
mondo).
Ne sono altri esempi l’inclusione delle coppie gay, l’inclusione dei
risposati, “il diritto” all’aborto o il “diritto di morire” (suicidio
assistito o eutanasia) nel caso in cui quell’ideale di felicità sia diventato
irraggiungibile a causa di una malattia fisica inguaribile o di una sofferenza
morale implacabile.
Se si afferma davanti ad un Sacerdote o un fedele progressista che
nell’Eucarestia si attualizza il Calvario di Cristo, prontamente la risposta
di costoro è sempre la stessa: “Sí, ma anche la Resurrezione…”; il che è vero, ma essi manifestano prontamente repulsione per la sofferenza, enfatizzando il
premio di felicità. È per tale motivo che la liturgia del Novus Ordo risulta
falsificata sbilanciandosi su questo sentire diffuso. Ma, noi siamo salvi per
i meriti dei patimenti e della morte di Cristo e non per la Resurrezione, che
invece porta la Speranza. Per assurdo la Salvezza ci poteva essere anche senza
la manifestazione del Cristo Risorto, ma Cristo Risorto si è presentato ai
suoi apostoli e discepoli per confermare ogni verità di fede. Dice infatti san
Paolo: «Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma
se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana
anche la vostra fede» (1 Cor 15, 13-14). La predicazione ha bisogno della
Risurrezione; la fede ha bisogno della Risurrezione; ma la salvezza ha bisogno
solo della Croce, tanto è vero che sulla Croce Gesù dirà: «Tutto è compiuto»
(Gv 19, 30). Inoltre è sulla Croce che siamo resi tutti fratelli, perché è il
Sangue di Gesú che ha abbattuto ogni muro di divisione. Quindi, la vera
inclusione, passa per il Sangue di Gesú, attraverso il Sacrificio di Cristo
sul Calvario e, dunque, nella Santa Messa che questo esalta e comprende.
Invece, nell’ amore di fratellanza, ultra-inclusivo, che pensa alla
Risurrezione, ma solo per negare il Crocifisso, si nasconde spesso il desiderio
di voler ottenere le lusinghe dal mondo e il riconoscimento di uno status
nella società che ci elevi a “brave persone tolleranti” impegnate nella
società (ma che spesso è lontano dall’essere buoni cristiani). Del resto si
sa: (Lc 1-8) “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più
scaltri dei figli della luce”.
Essi, i figli delle tenebre, sono spesso molto
operosi nel sociale. Oggi, quelli che stanno al vertice della “piramide”, si
chiamano filantropi e, lo vediamo bene tutti noi quanta operosità stanno
manifestando...e come scantonino nell’eresia dell’attivismo.
È da riscoprire piuttosto, per noi cristiani, la parola "gioia" che è
un’anticipazione, attraverso il dono della Fede, prima, e poi quello della
Speranza, della felicità che sarà in futuro in Paradiso, ma con le lacrime
attuali sulla Terra. Solo dopo le lacrime è possibile sperimentare la vera
Carità, che è il conformarsi a Cristo nei suoi patimenti, che diventano i nostri
offerti, per gli altri. Quando si parla di partecipazione attiva alla Messa,
dovrebbe essere questo il vero atteggiamento: soffrire partecipando
attivamente e concretamente ai patimenti di Cristo guardando ai nostri, che
sono miserie, e che sarebbero privi di valore se non fosse per Gesù Stesso e
per la figliolanza con Maria, Ella Stessa Creatura come noi.
Dal 1916 Gesù ci ha consegnato, prima attraverso l’Angelo della Pace e poi nel
1935 con Suor Faustina Kovalska, due preghiere il cui contenuto è propizio per
la crescita della Chiesa di questi Ultimi Tempi.
Queste due preghiere hanno
moltissimo in comune e racchiudono l’essenza del Sacrificio Cristiano. Sono la preghiera dell’Angelo della Pace e la Coroncina della Divina
Misericordia.
Preghiera dell’Angelo della Pace:
“Mio Dio io credo, adoro, spero e Ti amo, ti
chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e
non Ti amano. Santissima Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro
profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo Sangue Anima e Divinità di
Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli della terra, in riparazione degli
oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli è offeso. E per i meriti
infiniti del Sacratissimo Cuore di Gesù e per l’intercessione del Cuore
Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori “.
Coroncina della Divina Misericordia:
"Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il
Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro
Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero".
L’assidua recita di queste preghiere trasforma il fedele in un Tabernacolo
Eucaristico che si offre a Dio Padre, il quale accoglie le nostre sofferenze
attraverso la Comunione col Figlio e il Suo Sacrificio.
Durante la Messa, i fedeli che intravedono i patimenti del calvario di Cristo
e li traspongono nei loro patimenti a riscatto degli altri, fanno offerta
gradita a Dio.
È necessario che venga riconosciuto il dogma, non solo per rendere giustizia
alla figura di Maria, ma anche e soprattutto perché questo riconoscerebbe
corredentori tutti i fedeli e darebbe al Battesimo il suo valore di porta
della salvezza, non solo propria, ma anche altrui. Questo ridarebbe chiare e
rinnovate argomentazioni: sulla responsabilità attiva di noi Cristiani per
compiere Veri atti di Carità, per ritornare alla preghiera; sul senso delle
nostre sofferenze; sulle sofferenze degli altri e quindi sul senso della vita
e sulla responsabilità missionaria della Chiesa per la Salvezza delle anime.
Come risvegliare un’umanità addormentata e anestetizzata dai patimenti se non
con dolori ancor più grandi? Il periodo Covid è stato solo l’inizio; come nel
Vecchio Testamento vi furono le dieci piaghe, nel Nuovo vi sono le sette Coppe
dell’Ira di Dio dell’ Apocalisse (Ap 15) a ripagare gli empi, ma che sono
anche Sette Trombe (Ap 8) a richiamo e risveglio dei giusti.
Coppe di Ira sugli Empi e Trombe per i giusti!
(Pr 10-13) "Sulle labbra dell'intelligente si trova la sapienza, ma il bastone è per la schiena dello stolto".
Dobbiamo riconoscere che il periodo appena trascorso è stato (almeno per
quanto ci riguarda nella Fede) una “Tromba di richiamo” e una benedizione! Ma,
stiamo attenti: coloro che sono stati trovati “giusti” hanno sentito la
Tromba, che è la chiamata, ma non si è realizzata la Salvezza, che lo sarà solo
per i perseveranti nel Regno dei Cieli. Quindi, noi che abbiamo sentito
squillare le Trombe, non dobbiamo addormentarci e non dobbiamo essere come il
Fariseo nei confronti del Pubblicano. Dovremmo considerate questa chiamata
una correzione paterna, da affrontare senza spavalderia.
(Pr 13,1) "Il figlio saggio ama la correzione del padre, lo spavaldo non
ascolta il rimprovero".
Allo stesso modo coloro che dinnanzi ai nostri occhi ricevono i castighi (le
Coppe dell’Ira di Dio) non è detto che abbiano a ricevere la Condanna;
lasciamo che i giusti Giudizi e le Sentenze finali siano in mano a Dio.
Certo è che, se abbiamo compreso, tutti noi abbiamo una corresponsabilità verso la Salvezza dei nostri fratelli, in nome di Cristo.
(1Cor 3,9) "Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio,
l'edificio di Dio."
A noi è permesso attingere da quella fonte inesauribile che è la Misericordia
Divina per applicarla all’umanità, completando nella nostra carne ciò che
manca ai patimenti di Cristo, a favore della Sua Chiesa.
Gesù col Suo sacrificio ha dato tutto il possibile, ed oltre, fino a
farsi dilaniare le giunture delle ossa.
Ripercorrendo gli scritti della Beata Anna Katharina Emmerick veniamo a
conoscenza che la Santa Croce venne costruita durante le ore del calvario e i buchi
per i chiodi furono praticati in precedenza alla crocifissione.
Solo successivamente praticarono l'inchiodatura,ma avendo gli aguzzini
di Gesù, praticato i fori ad una distanza abbondante tra di loro, tirarono il Corpo
di Cristo servendosi di funi, dilaniando le giunture delle Sue Ossa per far
combaciare i palmi delle mani con i fori, come a voler abbracciare quanti più
fedeli possibile.
La natura umana
della Chiesa è costruita sull'impronta di quella Divina e da essa guidata. Ora
tocca a noi fedeli cooperare per la salvezza delle anime, grazie ai meriti di
Cristo.
All’umanità serve di imparare a patire come patì Gesù sul Calvario, come
agnelli mansueti (ma operosi), soprattutto per coloro che hanno ricevuto i
doni di Grazia per risvegliarsi in questi tempi, affinché non ci venga detto
un giorno:
"Avete ricevuto la Mia luce per aprire i vostri occhi, ma avete
dato le tenebre che stanno nei vostri cuori".
Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam
Mauro Bonaita, Reggio Emilia
9 luglio 2024
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