a cura di Veronica Cireneo
La creatività liturgica nel rito riformato è un prurito così diffuso, che
raramente si giunge al termine della Messa senza che i fedeli si siano
imbattuti in qualche capriccioso risvolto celebrativo.
A questo riguardo e su richiesta dell’interessata, offriamo una testimonianza
dell’ultima novità: la cosiddetta “omelia dialogata o partecipata”.
Come se non ci fossero altri luoghi e momenti, anche e sicuramente più adatti,
recentemente la nostra Alleata dell’Eucarestia in una chiesa di Milano, si è
trovata suo malgrado ad assistere, dopo la lettura del Vangelo, a un dibattito
tra sacerdote e fedeli. Infastidita dall’evento, ha girato un breve video che
alleghiamo, insieme alla registrazione della risposta che il sacerdote, con
tutta naturalezza, ha fornito a fine Messa in sacrestia, alla sua richiesta di
spiegazioni. Ascoltiamoli.
§§§
Gentile redazione, segnalo quello che, a mio avviso, è stato un abuso
liturgico accaduto nel mese di Marzo 2024 in una chiesa di Milano.
È successo che durante la Santa Messa, dopo la lettura del Vangelo ed
esattamente alla fine dell'omelia, il celebrante invitava i fedeli a meditare
sulla Parola appena ascoltata e a riferire ad alta voce, testuale,
cosa gli risuonava nell' anima. Chiedeva loro di condividere con gli
altri quello che sentivano e a sollevare dubbi, qualora ne avessero ravvisati
in se stessi.
Dopo un attimo di silenzio un signore anziano ha iniziato a parlare
dicendo la sua opinione.
Mentre io, disturbata da questa sgradita e inaspettata interferenza liturgica
ho iniziato a filmare.
Allego il breve video, anche se non si sente benissimo, per aiutare il lettore
ad inquadrare il contesto.Terminato l’intervento dell'anziano, la Messa
riprendeva avviandosi verso la Consacrazione.
Alla fine della celebrazione mi sono recata in sacrestia per chiedere al
sacerdote se la Messa è una per tutti o ognuno la può fare come
vuole.
Allego registrazione audio della sua risposta (qui) dove spiega
chiaramente che le sue omelie vogliono essere dei dialoghi. Dice che lui non
vuole fare il maestro, ma vuole instaurare momenti di condivisione tra pari
per, testuale, fare agire lo Spirito Santo. Dice che un prete può
apportare modifiche alla liturgia quando celebra con un pubblico fisso, che
conosce.
Così, mentre mi aspettavo che fosse un fatto sporadico, mi ha fatto intendere
che rendere l'omelia un dialogo è proprio il suo obiettivo e che anzi ci
terrebbe tanto che i fedeli si abituassero all' omelia partecipata.
Ringraziandolo, gli dicevo che personalmente non sono per niente affascinata
dall'idea e che lo salutavo per non tornare più.
Invece, con mia grande sorpresa, stavolta gradita, ritornando in quella chiesa
per motivi fortuiti dopo una decina di giorni circa, ho potuto ascoltare dallo
stesso sacerdote una normale omelia.
Forse non è stato così inutile manifestargli il mio dissenso.
Sia lodato Gesù Cristo
Lettera firmata
20 maggio 2024
* Nota: A motivo di certi miglioramenti verificatesi in ambito parrocchiale
e perché la testimone non abbia a patire ripercussioni, su ripensamento e
per volontà della stessa, senza nulla togliere alla sostanza del
contenuto, dall'articolo sono stati eliminati i dati sensibili dei
protagonisti principali, insieme all'audio e al video.
La Redazione si scusa per l'involontario disagio.
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