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giovedì 26 settembre 2024

PERCHÉ MILITO TRA GLI ALLEATI DELL'EUCARESTIA, APOSTOLI DELL'ESEMPIO DI DEVOZIONE NEGLI ULTIMI TEMPI

a cura di Veronica Cireneo

Una gradita, significativa e dettagliata testimonianza di fede e di militanza tra gli Alleati dell'Eucarestia, che mette ben in risalto il carisma del movimento, insieme a un interessante piccolo focus su qualche problematica tipica dei vari gruppi spirituali.

Ci scrive da Torino Vincenzo Fedele che ringraziamo di cuore. Buona lettura.

Cara Veronica, vorrei condividere con i fratelli e sorelle Alleati dell' Eucarestia, apostoli dell’esempio di devozione, la mia personale esperienza di fede, come semplice fedele e come coordinatore del gruppo locale di Alleati di Torino. Immergerò la mia testimonianza nel contesto storico della mia città.

Già dai tempi dei Santi Sociali torinesi, da Don Bosco al Cottolengo, al Cafasso, al Murialdo, a Don Orione e molti altri, la realtà torinese è sempre stata variegata e sempre lo sarà. Nel bene e, purtroppo, anche nel male. 

Ricordo che fu proprio a Torino che un sacerdote sostitui’ il Credo, durante la Santa Messa, con il canto “Dolce sentire” tratto dal film: “Fratello sole sorella luna”. Ancora peggiore del fatto in sé, gia’ abuso emblematico, fu la spiegazione che il prelato dette dall’altare per questa sua omissione, che fu:“Non recito il Credo e non lo faccio recitare, perché al Credo non ci credo”. Questo sconcio fu denunciato in diocesi e il sacerdote fu sanzionato con un rimprovero. Ci mancherebbe! Lo sappiamo bene che questa gerarchia ecclesiale sanziona severamente solo qualche “rigido tradizionalista”, ma almeno il sacerdote smise con questo abuso e chiese scusa. Deo gratias 

Mi chiamo Vincenzo ed abito fuori Torino. Fin dai tempi del covid, ricevere la Santa Eucaristia in bocca ed in ginocchio, nella mia parrocchia, era un’impresa impossibile, quindi dovetti ripiegare su parrocchie di altre città, non ultima Torino stessa, che si trova a 40 km dal mio domicilio.

Superata l’emergenza sanitaria decisi di affrontare di petto il mio parroco, dicendogli, in privato, che da quel momento avrei cominciato ad andare all’Altare come gli altri, ma che mi sarei inginocchiato per ricevere in bocca l’Ostia Consacrata. Che decidesse lui se darmela o meno. Aggiunsi che sarei rimasto lì sino alla fine della distribuzione e poi sarei tornato al mio posto in silenzio senza fare scenate o dimostrazioni di alcun tipo, se non la testimonianza muta che ho descritto, insieme alla Comunione Spirituale.

Con mia somma sorpresa, la prima volta utile, successiva a questo colloquio, al momento della Comunione, dopo avermi squadrato per qualche lunghissimo secondo, mi ha messo l’Ostia in bocca, senza dire nulla. 

Da allora continuo così e anche se la quasi totalità dei fedeli mi guarda con stupore, ho visto che altri stanno seguendo il mio esempio. Non più di 2 o 3 persone imitano al momento questo sacrosanto esempio di devozione, ma è meglio di prima, dunque continuerò cosi, anche se ultimamente ho aggiunto qualche modifica alla strategia di diffusione del nobile gesto della genuflessione.

Riconoscendo la grande Grazia ricevuta che ci spinge spontaneamente ad inginocchiarci davanti a nostro Signore e nostro Tesoro, ritengo che questo esempio vada diffuso anche tra quei fedeli che non ne usufruiscono, per ignoranza (dal verbo ignorare) o per negligenza.

Inizialmente cercavo parrocchie dove evitare problemi, cioè chiese dove potermi inginocchiare e sicuramente ricevere Gesù in bocca.  Adesso cambio spesso parrocchia cercando di portare questa buona pratica anche in altre chiese, come è nel carisma degli Alleati, e di fronte a nuovi sacerdoti, la maggioranza dei quali, nonostante l’apparente riluttanza, non mi ha mai negato l’Ostia consacrata in bocca, quando ad Essa mi accosto genuflesso.

Per quanto mi riguarda ritengo questo apostolato dell’esempio impopolare, con le difficoltà che comporta,una forma di penitenza, derivante dagli errori commessi nel passato.Quando iniziò a diffondersi l’uso di ricevere la Comunione sulle mani, avevo ritenuto, purtroppo per mia ignoranza ed anche per colloqui falsati avuti con dei sacerdoti, che, in fondo, questa fosse una buona pratica. Mi illudevo che era un modo di partecipare in prima persona, alla “Comunione universale della Chiesa” prendendo l’Ostia in mano e portandomela alla bocca, da solo. 

Ma dopo aver riflettuto a lungo compresi l’incoerenza del gesto: per il mancato rispetto verso l’Ostia Consacrata, quindi verso il Corpo di Nostro Signore; per il fatto di toccarLa con mani forse non pulite e soprattutto per il rischio di dispersione di frammenti che si staccano dall’Ostia e finiscono a terra, dove Gesù Cristo viene calpestato: abominio che grida vendetta agli occhi di Dio!

Dico questo per sottolineare che, come me in passato, tanti altri pensano ancora oggi in buona fede di comportarsi correttamente, aiutati in questo dal comportamento lassista (mi limito a questo termine) di tanti sacerdoti che già sull’altare, trattano il Corpo e il Sangue di Nostro Signore senza il dovuto rispetto, compiendo semplicemente un accenno di inchino per escludere del tutto la genuflessione dovuta, almeno durante la Consacrazione.

Ho visto che l’esempio (inginocchiarsi, ricevere Gesù in bocca, ritornare e inginocchiarsi in silenzio per le preghiere di ringraziamento), inizialmente desta stupore e curiosità nei fedeli presenti alla Messa, ma poi smuove gli animi, seppur la maggioranza permane momentaneamente nell’ abitudine di ricevere la Sacra Ostia in piedi e sulle mani.

Per queste ragioni, alla nuova strategia ha aggiunto qualche dettaglio: mi sono attrezzato stampando dei piccoli bigliettini da visita con su scritto il mio nome e cognome, numero di telefono, il nome degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo, il loro indirizzo telegram e del sito, insieme a quello del gruppo locale di Torino e il Vademecum degli Alleati, che è un vero e proprio  galateo da applicare per intero in Chiesa durante la Celebrazione della Santa Messa, per comportarsi col massimo rispetto nella Casa di Dio.  

Con questo materiale, a fine celebrazione mi avvicino a coloro che, come me, si sono inginocchiati davanti al sacerdote e porgo loro il bigliettino da visita dicendo loro, in poche parole chi siamo e qual è la nostra missione nella società cattolica, invitandoli a contattarmi e ad unirsi al movimento.

Nessuno ha mai respinto il mio invito, anzi tutti mi hanno ringraziato, mentre convenivano con disappunto sulla constatazione dell’esiguo numero di fedeli genuflussi al momento della Comunione.

Quindi noi continuiamo a dare il buon esempio, certi di dare gioia e gloria a Dio, che vuole testimoni della Sua Presenza Reale nell'Ostia. E i frutti abbonderanno nel numero del centuplo, più la vita eterna! Parola di Dio per chi opera con coraggio in nome del Suo Amore.

Detto questo, aggiungo che nel mio percorso di fede ho toccato con mano un altro problema presente tra i cattolici. Voglio condividerlo.

Molte delle persone con cui ho parlato per invitarli ad aderire alla missione degli Alleati, che è quella di riportare ordine e devozione nella Casa di Dio,mi dicono, che fanno già parte di qualche gruppo di preghiera o qualche gruppo di spiritualità e che, purtroppo, il tempo è limitato e non possono impegnarsi più di tanto.

Pur senza essere insistente provo a spiegare loro due aspetti: che l’impegno con gli Alleati non comporta tempi da dedicare, se non la scelta personale di rendere il dovuto onore a nostro Signore dando con la genuflessione l’esempio di devozione, divulgare l'esistenza del movimento e possibilmente partecipare ai loro flash mob di protesta contro gli abusi liturgici ed eucaristici compiuti da sacerdoti “creativi” . L'invio massiccio di lettere di protesta, tanti successi ha ottenuto, a maggior Gloria di Dio.

Cerco di far capire che imitare gli Alleati non vuol dire lasciare il proprio gruppo, ma arricchirlo di una nuova consapevolezza: quella che l’Amore per Dio va dimostrato concretamente in questo mondo, e nella Sua Casa, dove strani personaggi che non si sa perché si annoverano tra i seguaci di Cristo, si prendono solo burla di Lui e di chi, sinceramente, lo serve, contravvenendo ai massimi Comandamenti che obbligano ad amare Dio e il prossimo.

Si nota purtroppo ultimamente, un campanilismo sterile e pericoloso fra i diversi carismi, che a volte sfiora la guerra fra bande, e che impegna tutte le energie più a differenziarsi dagli altri gruppi per spiccare sugli altri, cosa che di cattolico, indipendentemente dalle etichette, non ha assolutamente nulla, bensì è diabolico, giacché insegna la sfida con i fratelli anziché l'amore in parole e opere per la Buona Novella.

Volutamente non faccio nessun nome di sacerdoti o gruppi spirituali, ma ognuno può fare il proprio esame di coscienza, analizzando se si muove a maggior gloria Dio o a maggior gloria propria. 

In realtà, le cose stanno diversamente e altri dovrebbero essere gli interessi di chi si vanta del nome di cattolico. Parafrasando Dante, e prendendo in prestito la metafora di Franco Nembrini possiamo immaginare di essere attualmente tutti in una selva oscura dove ci viene mostrata una via d’uscita, magari con il Virgilio di turno al fianco.

Ci incamminiamo nell’aspra risalita e ci accorgiamo che più saliamo, più gli alberi si diradano e più iniziamo a vedere il cielo e la salvezza. Mentre saliamo, tra gli alberi che si diradano, intravediamo altre persone che, da una strada diversa, stanno salendo anche loro alla cima del monte verso cui stiamo andando noi. Ci accorgiamo che la strada, la sola che avevamo trovato per lasciare la selva, non è l’unica per ascendere al colle. Più saliamo e meno alberi ci ostruiscono la visuale e ci rendiamo conto che le cordate di pellegrini che puntano in alto sono numerose e tutte seguono un proprio percorso, diversa dalla nostra, ma ugualmente fruttuosa, per raggiungere tutti il medesimo obiettivo: la salvezza dell’anima nostra, non altro, nell’abbraccio intimo con Gesù Cristo, nostro tenerissimo Salvatore.

Si fa molta fatica a tenere in asse la fede nel mondo brutale in cui viviamo. A Torino, ad esempio, non siamo riusciti finora a organizzare un gruppo di preghiera, tra noi dell'Alleanza locale. Abitiamo anche distanti l'uno dall'altro, quindi al momento ci stiamo adoperando per la divulgazione dell’adorazione perpetua in una Parrocchia della città. Chi è di zona e vuole offrire un po' del proprio tempo per il Signore può prenotarsi cliccando qui 

Sarei molto lieto in futuro di formare nel nostro gruppo locale di Alleati, che si sta fondendo in supergruppo, per progetti superiori che qui ora non diremo, con un altro di zona a noi confinante, cenacoli di preghiera, incontri periodici di catechesi o altro secondo la disponibilità, la necessità e le proposte dei componenti del gruppo. 
È tutto gradito ciò che conduce a: migliorare il bagaglio comune che stimola la crescita della fede; a trovare modi più incisivi per applicarla nella vita quotidiana; a divulgare il dovuto onore a nostro Signore, ed ampliare il numero e la forza degli Alleati: gli unici in Italia, per ammissione di molti onesti osservatori della nostra opera, che fanno qualcosa di concreto contro gli abusi eucaristici e liturgici e per la difesa della fede, come i nostri padri ce l'hanno insegnata.
Questo, in questi tempi bestiali di apostasia ha scatenato l'ira del maligno e adepti contro gli Alleati, anche tentando in certi casi il classico goffo, quanto ridicolo approccio persecutorio, divina conferma peraltro della bontà del nostro apostolato dell’esempio, quale atto speculare alla volontà di Dio. 
Si rassegnino pure, lorsignori. 

La Verità non dà scampo a nessuno.

Sia lodato e ringraziato in ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento. Così sia. Deo gratias 
Grazie per l'attenzione e un caro abbraccio a tutti.
Non praevalebunt

Vincenzo Fedele, Torino

26 settembre 2024

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