Omelie

OMELIA. Trentino

4 febbraio 2024 

"Chiunque toccava il Suo mantello, guariva"
Come mai Gesù è così attento alla malattia fisica e spirituale dell’uomo?

Ce lo spiega un sacerdote del Trentino in questa omelia domenicale dal vangelo secondo San Marco: Capitolo 6, versetti 53-56.
Discorso con importanti considerazioni su Eucarestia, inferno e responsabilità sacerdotale.
Si ringraziano di cuore per la trascrizione della stessa, le nostre collaboratrici Emma e Alessandra. 

A cura di Veronica Cireneo

19 febbraio 2024

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“Chiunque toccava il Suo mantello, guariva”

Tutta la città era portata davanti a Cristo…tra loro tantissimi ammalati e indemoniati che furono tutti guariti da nostro Signore (...)

Ma perché il Signore è così sensibile verso i malati?

Perché la malattia, la sofferenza di ogni tipo, dell’anima e del corpo, non è secondo il piano creativo di Dio.

Oggi fuori da una visione di fede si dice: morire è naturale, la malattia è qualcosa di naturale, qualcosa secondo natura.

Ma non è così.

Quando Dio creò cielo e terra e quando pose l’uomo come erede del creato, fatto a Sua immagine e somiglianza, volle una creatura perfetta.

Pensate che nel Paradiso terrestre, nelle origini, l’uomo aveva non solo una natura perfetta, ma dei doni cosiddetti supplementari, preternaturali:
  • il dono dell’integrità, dominio perfetto della ragione su tutte le passioni e le forze corporee e spirituali;
  • il dono della scienza infusa, conoscenza perfetta del significato, dell’uso e della finalità di ogni creatura a lui sottomessa;
  • il dono dell’impassibilità, cioè il non invecchiare e il non soffrire nessuna malattia;
  • il dono dell’immortalità, il corpo che sarebbe passato in Dio, alla gloria, alla visione beatifica senza la separazione dolorosa di anima e corpo.

Quindi Dio volle l’uomo perfetto.

Ecco che allora nostro Signore, guardando gli uomini ammalati, stanchi e sofferenti, vede il crollo del progetto di Dio, che è dovuto al peccato originale.

L’uomo a un certo punto disse a Dio:

“No! Stabilisco da me stesso il bene e il male. Gestisco la mia vita a capriccio mio” e di qui nasce il crollo di tutta quella realtà splendida e quella situazione di tribolazione e di morte in cui noi uomini viviamo.

Ecco perché il Signore guarisce (...), in un certo senso è come un artista che entrando in un museo o nella chiesa dove è esposta la sua opera e si accorge che questa opera è conservata malissimo e che ha perso tantissimi tratti della perfezione. Che cosa farebbe? Comincerebbe lentamente a restaurarla.

Ecco il motivo della presenza di Cristo sulla terra, e il motivo del Suo combattimento contro le malattie.

(...) Io credo che all’epoca di Cristo i demoni, che conoscevano la realtà divina di Lui, si assiepavano proprio intorno a Lui.

Perché sapete dove va il diavolo?

Va dove c’è la Grazia, dove c’è la Verità, dove c’è la Luce, dove c’è il Progetto di Dio. È lì che insidia.

Ebbene il Signore non si limita a cancellare gli effetti del peccato, ma cancella anche la causa.

La causa del peccato di origine non è interna all’uomo. Adamo non da se stesso disobbedì, ma lo fece su sollecitazione esterna dello spirito delle tenebre, il quale dice: “Sarete come Dio”.

È con la tentazione del diavolo che l’uomo cadde.

Ecco perché iniziò il Regno di Dio.

Perché da Cristo venisse cacciato il “forte” che teneva, sotto il suo potere, l’intera umanità.

EGLI lo chiama “il principe di questo mondo”. Il “forte” che però cede, vinto dalla Morte di Croce e dalla Resurrezione di Cristo.

È venuto, infatti, – come dice Gesù nel Vangelo – “Uno più forte di lui” il quale è il Re del cielo e della terra e Creatore dell’universo. Colui, l’Unico, che ha diritto a regnare. In ragione di ciò, inizia il Suo Regno.

Allora anche noi, come Gesù, dobbiamo lottare contro le malattie corporali e contro la morte, certamente.

E come Lui non dobbiamo limitarci a questa sanazione del corpo, che sarà perennemente impossibile fintanto che non ritorni il Signore per restaurare tutte le cose.

Ma come Lui dobbiamo anche lottare contro la causa del male, scacciando i demoni.

E in che maniera possiamo scacciare i demoni?

Innanzitutto dobbiamo credere che questi sono presenti, purtroppo.

Credere che insidino la nostra vita.

Si cacciano i demoni innanzitutto stando nello stato di Grazia santificante, perché la persona che vive in stato di peccato mortale, che è inimicizia con Dio.

L’anima morta, uccisa dal peccato “mortale” diventa di certo teatro dei demoni. Ne subisce le tentazioni fino a soccombere.

Quindi la cosa fondamentale – lo dico anche spesse volte, perché non lo dice più nessuno – è vivere in stato di grazia santificante che:

  • i bambini possono ottenere  col Battesimo, cosa che non è scontata, come ben sapete,
  • e che gli adulti, possono recuperare  ricorrendo innanzitutto al sacramento della Penitenza o sacramento della Confessione - realtà che sembra oggi scomparsa per la maggioranza dei cristiani - e poi con la Santa Comunione che deve essere ricevuta in modo degno.

La superficialità in cui oggi si sta crescendo, senza nessuna formazione catechistica vera, ha fatto della Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo come un accedere a un dono ordinario: lo stesso che se si ricevesse un ramoscello di ulivo o un cero benedetto.

L’accesso uniformato alla Comunione per tutti e sistematicamente, è qualche cosa di preoccupante.

Occorre la Grazia santificante per nutrirsi del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo.

Chi non è in questo stato di Grazia deve passare prima dalla conversione e dalla confessione sacramentale , perché altrimenti mangerebbe e berrebbe – secondo le parole di San Paolo – la sua stessa condanna.

Non solo. Pensate che l’apostolo Paolo aggiunge che: “Per questo tra di voi molti sono ammalati”, riferendosi ed attribuendo le malattie fisiche e i malesseri corporali di ogni genere,  alla pratica della Comunione sacrilega.

Bisogna stare attenti, perché oggi, a forza di dire “Dio è buono, tutto va bene…”

A forza di dire: “Venite alla Comunione tutti quanti, ché tutti siamo figli di Dio”, si  accedere al Sacramento in stato di peccato mortale, ottenendo l’effetto opposto a quello che si penserebbe di raggiungere.

Bisogna stare attentissimi!

Noi sacerdoti abbiamo una responsabilità – sto per dire – gravissima davanti a Dio!

Non possiamo tacere queste cose.

Sarebbe come se un medico per essere ammirato e lodato dal suo paziente, invece di dirgli: “ Hai un tumore. Devi fare questa terapia”, tacesse la verità della sua condizione e al posto di quella  dicesse: “Non hai niente. Va tutto bene”.

Capite la responsabilità che abbiamo noi  sacerdoti davanti a Dio quando il Signore ci chiamerà nel giudizio particolare?

È una responsabilità gravissima!

Ecco perché noi non dobbiamo cercare il vostro applauso, non dobbiamo cercare che diciate: “Ma che bravo sacerdote! Così moderno! Così al passo coi tempi!”.

Perché se sta mentendo, o se tace la verità, questi applausi non servono a nulla.

Gli applausi degli uomini passano. Che cosa resta? Resta il giudizio. Il giudizio che Cristo che esprimerà di fronte al nostro dovere e di fronte alle nostre responsabilità.

Ecco perché non è più tempo di una religione , così, abitudinaria come dire :“si va a Messa, perché si deve andare…”

No! Oggi bisogna fare una scelta di fondo: o con Cristo o con il mondo. Dobbiamo lottare contro il diavolo. Lottare contro di lui non solo con i sacramenti per vivere in  stato di Grazia, ma anche con i sacramentali.

Ieri, era la festa di San Biagio. Abbiamo fatto la benedizione della gola. L’altro ieri abbiamo benedetto i ceri da portare in casa. Quindi stiamo usando i sacramentali. Non dobbiamo ridere come se queste fossero cose medievali. Se usati con fede, allontanano la potenza del demonio:

  • L’acqua benedetta in casa, primo dei sacramentali.
  • L’olio benedetto che ci richiama all’unzione dello Spirito Santo,
  • il sale benedetto che ci richiama le parole di Cristo: “Voi siete il sale della terra” oppure
  • il cero acceso: “Voi siete la luce del mondo” oppure i segni sacri in casa.

Dobbiamo ricorrere a questi mezzi, perché non possiamo giocare la nostra vita per l’eternità. L’eternità non esise se io ci credo, e se non ci credo non esiste. L’eternità esiste!

Il giudizio di Cristo non c’è se io ci credo o no. Il giudizio di Dio c’è!

La sorte eterna, Paradiso o inferno, c’è! Anche se non credo, esistono. 

Santa Faustina Kowalska – fra i tanti santi che videro l’inferno, il purgatorio e il paradiso, come li videro i pastorelli di Fatima – disse così:

Vidi molte anime nell’inferno… molte anime che non sapevano e non credevano che ci fosse l’inferno”.

Non lo credevano, ma ci sono andate.

Quindi l’inferno esiste e non è vuoto.

Ecco allora, fratelli miei: prendiamo sul serio la fede!

Gesù Cristo non è venuto sulla terra così, a fare una tranquilla passeggiata.

È venuto a combattere e che combattimento è stato la Sua Passione e la Sua morte!

Quindi anche noi dobbiamo prendere la nostra parte di croce e combattere, perché a nulla vale avere il mondo intero – salute, gioventù, ricchezza o tutto quello che  passa – e perdere l’anima per l’eternità.

Dobbiamo essere saggi.

Sia lodato Gesù Cristo.


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