Principali Istruzioni Ecclesiali. (parte seconda)
Veronica Cireneo e Mauro Bonaita
A parte la primitiva e la modernissima usanza di afferrare l’ Ostia Santa con le mani, per tutta la storia della Chiesa, che conta ad oggi giusto un paio di millenni, l’Ostia è stata ricevuta dai fedeli in bocca, a mani giunte e in ginocchio.
C’è una vasta letteratura di documenti ecclesiali e una schiera di santi, di papi e di papi santi vecchi e nuovi, che hanno testimoniato con la loro vita che l’atteggiamento più appropriato da assumere dinnanzi al nostro Dio è l’inginocchiarsi e ogni pastorale testimoniata con l’esempio eclissa ogni parola, perché la parola rispetto ad esso risulta sempre molto superflua e minimalista.
E se si accetta con la ragione e l’intelletto che Pastorale e Dottrina battano all’unisono, così come è giusto che sia, prendiamo a modello la Pastorale e la Dottrina testimoniate dai Santi Padri della Chiesa e non certo quelle di pastori che minimizzano un così Inestimabile Dono.
In questa seconda parte della trilogia sul modo virtuoso di ricevere l'Eucarestia, il nostro Ruggero riprende la questione girando intorno al valore del verbo "PRENDETE".
Sebbene la moderna Conferenza Episcopale Italiana sostenga che:
«particolarmente appropriato appare oggi l’uso di accedere
processionalmente all’altare
ricevendo in piedi, con un gesto di riverenza, le specie
eucaristiche, professando con l’Amen la fede nella presenza sacramentale
di Cristo»
(Enchiridion CEI 4/1859), tuttavia essa
non ne fa obbligo, né può imporlo, però molti sacerdoti ed anche
fedeli si mostrano spesso ostili nei confronti di chi si inginocchia.
Ma cosa c’è di sbagliato ad inginocchiarsi nel momento in cui si riceve
l’Eucaristia?
Dal momento che a contare è lo Spirito non bisogna discettare
esclusivamente della lettera; tuttavia anche la “lettera” c’è.
Nel
1980, molti anni dopo l’entrata in vigore del nuovo rito, la Sacra
Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, sotto il pontificato di
un Papa fatto Santo, emanava l’Istruzione “Inaestimabile Donum”.
Al paragrafo 11 si può leggere che
«la Chiesa ha sempre richiesto ai fedeli rispetto e riverenza verso
l’Eucaristia, nel momento in cui la ricevono.
Quanto
al modo di accostarsi alla Comunione, questa può essere
ricevuta dai fedeli sia in ginocchio che in piedi, secondo le
norme stabilite dalla Conferenza episcopale.
L’Istruzione precisa che l’atto di
inginocchiarsi «esprime adorazione» (riconoscimento grato e
umile che il Signore ci vuole bene...) e perciò non è richiesto nessun
«altro segno di riverenza verso il santissimo Sacramento». Mentre a
quanti la ricevono in piedi, viene richiesto
«un atto di riverenza prima di ricevere il Sacramento».
Il problema non è limitato al ricevente, ma coinvolge anche
chi, e il modo di farlo, distribuisce il Corpo di Cristo.
A
tutt'oggi però gli abusi liturgici purtroppo non si contano… mentre i
gesti di riverenza sono diventati delle rarità.
Ricordiamo che
la CEI ha caldeggiato pastoralmente la santa Comunione in piedi, ma non
l’ha imposta (e non ha nemmeno il potere di farlo).
Nel 1989
la XXXI Assemblea Generale Ordinaria della CEI emanò un’Istruzione sulla
Comunione Eucaristica (delibera n. 56), nella quale non si proibisce di
ricevere la Comunione in ginocchio, ma si norma la modalità di
ricevere la Comunione in piedi, sulla lingua o sulle mani.
Va anche notato che si usa sempre il verbo “ricevere” e mai
“prendere”.
Sbaglia chi traduce linguisticamente e
materialmente il verbo accipite con prendete.
Nei testi sacri
lo stesso verbo è usato prima del complemento oggetto di Spirito
Santo.
Chi puo' prendere lo Spirito Santo con le proprie
mani? Nessuno.
È evidentemente quindi che Accipite significa RICEVETE.
Il XXI volume dell’Enchiridion Vaticano ha pubblicato una lettera (“This Congregation”) della Congregazione per la fede datata 1/7/2002 dove si legge:«La Congregazione… ritiene che qualsiasi rifiuto della Santa Comunione ad un fedele sulla base del suo modo di presentarsi sia una grave violazione di uno dei più fondamentali diritti del fedele cristiano [...]».
Era richiamato il canone 841 e veniva chiarito che «anche ove la Congregazione abbia approvato norme sulla posizione del fedele durante la Santa Comunione, in accordo con gli adeguamenti ammessi alla Conferenza Episcopale dall'Institutio Generalis Missalis Romani 160 comma 2, ciò è stato fatto con la clausola per cui su tale base non si potrà negare la Santa Comunione ai comunicandi che sceglieranno di inginocchiarsi».
Anche l’Istruzione della Congregazione per il culto divino Redemptionis Sacramentum del 25/3/2004 recita:
Ricevere la Santa Comunione in ginocchio o in piedi non è a discrezione del sacerdote, ma dei fedeli e nessuna Conferenza Episcopale può proibire al fedele di inginocchiarsi per ricevere l’Eucaristia.
Ruggero S.
Giovedì 9 maggio 2024
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