a cura di Veronica Cireneo
Appartenente alla Fraternità San Pio X, don Luigi Moncalero ha inquadrato perfettamente in orizzontale e in verticale i dettagli significativi della mostra blasfema di Sant'Ignazio, ripristinando l'ordine nei fatti e la giustizia nelle vere responsabilità tra i protagonisti.
Senza risparmiare parole critiche nei confronti della malagestione dello scandaloso evento, da parte degli ecclesiastici, che si sono comportati da traditori nei confronti del gregge e della missione sacerdotale, ha avuto finalmente parole buone e di lode verso quanti per cinque sabati hanno pregato in piazza il Santo Rosario e verso i tanti pellegrini accorsi a manifestare pubblicamente la loro fede da ogni parte d'Italia, che immeritatamente e ingiustamente altrove erano stati trattati come colpevoli pecore maliziose. Lode a Dio.
Si ringraziano gli Alleati di Reggio Emilia per la fornitura del materiale informativo. Un grazie particolare a Anna, per la tempestiva trascrizione del video del fervorino, che alleghiamo in calce al testo scritto.
Buona lettura, visione e condivisione
Sia lodato Gesù Cristo!
Questa processione che facciamo è un atto liturgico. Canteremo le Litanie dei Santi che sono una preghiera molto antica: sono suppliche per implorare Dio e la sua misericordia attraverso l'intercessione di tutti i santi del Paradiso.
Questa preghiera pubblica fatta in nome della Chiesa la offriamo oggi come atto di pubblica riparazione per la mostra dei quadri blasfemi.
Blasfemo vuol dire offensivo, oltraggioso: nei confronti di Dio prima di tutto e poi nei confronti dei cristiani, ma questo è secondario.
Prima di tutto la blasfemia va contro Dio. È un atto contro Dio. Migliaia di persone sono rimaste scandalizzate da questo fatto, oggettivamente grave, di vedere profanato ciò che abbiamo di più caro: nostro Signore Gesù Cristo, la Sua Santa Madre e i Santi, attraverso delle immagini fuorvianti e oscene. Oggettivamente oscene e il tutto ospitato in una chiesa che, a quanto ci risulta, è una chiesa attualmente consacrata.
A questo fatto che già di per sè è molto grave - lo capite bene - si aggiunge una circostanza particolarmente penosa. Non soltanto la mostra blasfema è stata ospitata in una chiesa, ma è stata difesa dalla Curia di Carpi anche quando le proteste dei fedeli si son fatte sentire, peraltro in modo del tutto civile e rispettoso. Più di 30.000 firme sono state raccolte in rete in pochissimo tempo.
Allora, se all'inizio della vicenda si poteva pensare - si doveva pensare - ad una disattenzione, ad una svista da parte del vescovo di Carpi e degli ecclesiastici responsabili, dopo che il caso è finito sui giornali l'atteggiamento della Curia ha aggiunto scandalo a scandalo.
Non solo non si sono prese le distanze dalla mostra e dal suo autore; non solo non si è ordinata l'immediata chiusura della mostra, ma la si è difesa e difesa in modo tanto maldestro, insinuando che: ”il male non sta nei quadri, ma negli occhi di chi guarda”. Questo è molto grave.
Questo è proprio un tradimento da parte di chi ha il dovere di vigilare, perchè la parola vescovo questo vuol dire. Vescovo è colui che vigila sulle anime che gli sono affidate, vigila per difenderle. E qui non solo è mancata la vigilanza, ma abbiamo assistito a questo spettacolo che sarebbe ridicolo se non fosse tragico: lo spettacolo di pecore scandalizzate dalla mostra oscena, che sono diventate dei nemici dagli occhi maliziosi.
Ecco, le pecore sono diventate dei nemici che hanno occhi torbidi e che sono incapaci di capire l'arte.
Abbiamo visto il lupo entrare nell'ovile, con la complicità dei guardiani, che è diventato lui la povera vittima indifesa e poi abbiamo visto i pastori che hanno preso la difesa del lupo bastonando le pecore.
Tutto questo è assolutamente surreale, ciò che però, ahimè, lo rende surreale è che è avvenuto nel silenzio generale anche, e lo sottolineo, degli altri pastori.
“I Guardiani d'Israele sono tutti cani muti incapaci di abbaiare” diceva il profeta Isaia.
Allora per tutto questo, ebbene, il popolo fedele è sceso in strada a pregare, consapevole che in queste circostanze tragiche la risposta sta nella pubblica professione della fede.
Quella risposta appunto che nasce dalla fede, dal 'sensus fidei' che, grazie a Dio, c'è ancora in tanti fedeli e in tante anime di buona volontà.
Si possono ricordare qua le parole di un santo vescovo, dottore della Chiesa, Sant'Atanasio che diceva:
'Le orecchie di fedeli sono più cattoliche delle labbra dei vescovi'.
Allora mi felicito con tutti coloro che in modo del tutto spontaneo, per cinque sabati di seguito si sono ritrovati davanti alla chiesa a recitare il Rosario. Bravi! Avete fatto bene!
E mi felicito con voi che siete venuti qui oggi, anche partendo da lontano. Che Dio vi benedica e vi ricompensi.
Siamo qui oggi, e mi preme sottolinearlo, per pregare non contro qualcuno, ma per Qualcuno. Siamo qui a implorare prima di tutto la misericordia di Dio, su di noi, sui peccatori. Su tutti i peccatori, tra cui ci annoveriamo anche noi che siamo qui. Dio ci conceda il perdono dei peccati e lo spazio della vera penitenza.
Che Dio ci mostri la Sua misericordia, ci liberi da tutti i peccati e ci sottragga dalla pene che meritiamo.
Queste sono le parole che si recitano alla fine delle Litanie dei Santi. E non dimentichiamo San Paolo che ci dice:
"Deus non irridetur ". Non ci si fa beffe di Dio. Non si prende in giro Dio!
Fatti come quelli avvenuti attirano i castighi di Dio su tutta la comunità, quindi preghiamo perché questi castighi siano allontanati da noi.
Siamo qui anche per ringraziare. Chiuderemo questa processione recitando il “Te Deum” che è la preghiera di ringraziamento per eccellenza, grati per la chiusura definitiva della mostra blasfema.
Dio sia lodato! A Lui ogni Onore e Gloria per tutti i secoli dei secoli!
Sia lodato Gesù Cristo!
Don Luigi Moncalero, in Carpi nel giorno dell'11 maggio 2024
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