venerdì 5 aprile 2024

C’ERA UNA VOLTA IL CONFESSIONALE. Testimonianza da Reggio Emilia

confessionale
a cura di Veronica Cireneo
Riceviamo questa testimonianza sulle acrobazie sacramentali di certi preti modernisti, le quali fanno fare tutte le spese alla Verità e alla profondità della nostra santa religione.

Ascoltiamo dall'Emilia rossa, il racconto di Mauro, Alleato dell' Eucarestia di Reggio che ringraziamo, su una strana confessione avvenuta nel venerdì santo appena trascorso...

§§§

Inutile dire che quasi in ogni chiesa, salvo rare eccezioni, il confessionale è considerato da molti, sacerdoti e fedeli, un pezzo d’antiquariato, ormai superato dalla modernità.

Generalmente un vecchio oggetto viene sostituito con uno nuovo se è più evoluto dal punto di vista tecnologico o più pratico. Nel caso del confessionale, però non è così.

La modernità non si è occupata di sostituire il vecchio manufatto con uno nuovo. Lo ha reso semplicemente superfluo, interrompendone l’utilizzo.

E’ dunque necessario porsi un quesito: cosa è diventato “scomodo” nei tempi moderni, da arrivare a concepire il confessionale come un pezzo d’antiquariato, occultandone la funzione?Credo che ciò che è scomodo, sia proprio il concetto di peccato che la chiesa tradizionale e il sentire popolare ha sempre collegato ad esso.

Parlare poi di “peccato mortale”, è ormai diventato qualcosa di insopportabile da parte dell’uomo moderno. Guai dai modernisti se si distingue il peccato veniale dal peccato mortale.

Essi sono scrupolosissimi nel sottolineare che non c’è peccato che Dio non possa guarire, ma chissà se c’è tra loro qualcuno che crede ancora nell’Inferno (a dispetto dell’eresia di Origene)? E chi si fila più la Dottrina (come già evidenziato QUI in questo articolo)? Chi tra loro pensa ai Novissimi?

Seppur sia vero che Gesù può perdonare anche il più grave dei peccati è altrettanto vero che la tradizione insegna che per raggiungere lo scopo è necessario il pentimento e la “perfetta contrizione” . Ma come è possibile concepire il pentimento e i buoni propositi di non peccare più se non c’è la vergogna dell’atto compiuto?

Credo che si possa affermare all’unisono che deve esserci il senso del “pudore” dinnanzi al riconoscimento dell’aver compiuto un peccato; un po' come accadde ad Adamo, quando senti l’ urgenza di usare la foglia di fico ( Genesi 3,7).

Del termine“pudore” in Treccani troviamo queste definizioni: ritegno, vergogna, discrezione, senso di opportunità e di rispetto della sensibilità altrui

Veniamo ora alle nuove mirabili invenzioni ultramoderne di cui questo venerdì Santo mio figlio di quattordici anni ha potuto “godere” in una parrocchia della periferia di Reggio Emilia.
image1
Si è dato il caso che il parroco ultramodernista si è messo ad esercitare il sacramento della confessione sul piazzale antistante la chiesa: quindi non solo confessore e penitente erano a viso scoperto, ma il tutto avveniva all'aperto davanti al passaggio degli abitanti del paese che andavano per i fatti loro, azzerando ogni forma di riservatezza.

Seppur si tratta di una piccolissima frazione periferica costituita da poche anime, il sacramento così esercitato è qualcosa di enormemente svilente per Cristo stesso che è morto in croce per lasciarci in eredità tale mirabile sacramento, ma che a queste condizioni sembra quasi un prodotto industriale. La confessione non è una chiacchierata tra amici...
confessore
La modernità non vuole più scomodare i fedeli in dolorosi pensieri ed elucubrazioni mentali.Non vuole turbare la “fragile sensibilità” dell’uomo del ventunesimo secolo che dinnanzi ad un mondo così colmo di opportunità e godimenti sia mai che possa pensare di rinunciare anche ad uno solo di questi.

Poco ci entra in queste confessioni la storia della salvezza, la Persona di Cristo e il potere salvifico del Suo Preziosissimo Sangue. Per la circostanza sembra più adatto invece l’accostamento con qualche verso di una famosa canzone contemporanea che recitando così:

“Non ho bisogno di chi mi perdona,

Io faccio da sola,

faccio da sola

e sono pazza di me.

Mi sono odiata abbastanza”

celebra una certa forma di autoassoluzione…

“Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)

Laudetur Jesus Christus

Mauro Bonaita

5 aprile 2024

Canale telegram degli Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo

confessionale
a cura di Veronica Cireneo
Riceviamo questa testimonianza sulle acrobazie sacramentali di certi preti modernisti, le quali fanno fare tutte le spese alla Verità e alla profondità della nostra santa religione.

Ascoltiamo dall'Emilia rossa, il racconto di Mauro, Alleato dell' Eucarestia di Reggio che ringraziamo, su una strana confessione avvenuta nel venerdì santo appena trascorso...

§§§

Inutile dire che quasi in ogni chiesa, salvo rare eccezioni, il confessionale è considerato da molti, sacerdoti e fedeli, un pezzo d’antiquariato, ormai superato dalla modernità.

Generalmente un vecchio oggetto viene sostituito con uno nuovo se è più evoluto dal punto di vista tecnologico o più pratico. Nel caso del confessionale, però non è così.

La modernità non si è occupata di sostituire il vecchio manufatto con uno nuovo. Lo ha reso semplicemente superfluo, interrompendone l’utilizzo.

E’ dunque necessario porsi un quesito: cosa è diventato “scomodo” nei tempi moderni, da arrivare a concepire il confessionale come un pezzo d’antiquariato, occultandone la funzione?Credo che ciò che è scomodo, sia proprio il concetto di peccato che la chiesa tradizionale e il sentire popolare ha sempre collegato ad esso.

Parlare poi di “peccato mortale”, è ormai diventato qualcosa di insopportabile da parte dell’uomo moderno. Guai dai modernisti se si distingue il peccato veniale dal peccato mortale.

Essi sono scrupolosissimi nel sottolineare che non c’è peccato che Dio non possa guarire, ma chissà se c’è tra loro qualcuno che crede ancora nell’Inferno (a dispetto dell’eresia di Origene)? E chi si fila più la Dottrina (come già evidenziato QUI in questo articolo)? Chi tra loro pensa ai Novissimi?

Seppur sia vero che Gesù può perdonare anche il più grave dei peccati è altrettanto vero che la tradizione insegna che per raggiungere lo scopo è necessario il pentimento e la “perfetta contrizione” . Ma come è possibile concepire il pentimento e i buoni propositi di non peccare più se non c’è la vergogna dell’atto compiuto?

Credo che si possa affermare all’unisono che deve esserci il senso del “pudore” dinnanzi al riconoscimento dell’aver compiuto un peccato; un po' come accadde ad Adamo, quando senti l’ urgenza di usare la foglia di fico ( Genesi 3,7).

Del termine“pudore” in Treccani troviamo queste definizioni: ritegno, vergogna, discrezione, senso di opportunità e di rispetto della sensibilità altrui

Veniamo ora alle nuove mirabili invenzioni ultramoderne di cui questo venerdì Santo mio figlio di quattordici anni ha potuto “godere” in una parrocchia della periferia di Reggio Emilia.
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Si è dato il caso che il parroco ultramodernista si è messo ad esercitare il sacramento della confessione sul piazzale antistante la chiesa: quindi non solo confessore e penitente erano a viso scoperto, ma il tutto avveniva all'aperto davanti al passaggio degli abitanti del paese che andavano per i fatti loro, azzerando ogni forma di riservatezza.

Seppur si tratta di una piccolissima frazione periferica costituita da poche anime, il sacramento così esercitato è qualcosa di enormemente svilente per Cristo stesso che è morto in croce per lasciarci in eredità tale mirabile sacramento, ma che a queste condizioni sembra quasi un prodotto industriale. La confessione non è una chiacchierata tra amici...
confessore
La modernità non vuole più scomodare i fedeli in dolorosi pensieri ed elucubrazioni mentali.Non vuole turbare la “fragile sensibilità” dell’uomo del ventunesimo secolo che dinnanzi ad un mondo così colmo di opportunità e godimenti sia mai che possa pensare di rinunciare anche ad uno solo di questi.

Poco ci entra in queste confessioni la storia della salvezza, la Persona di Cristo e il potere salvifico del Suo Preziosissimo Sangue. Per la circostanza sembra più adatto invece l’accostamento con qualche verso di una famosa canzone contemporanea che recitando così:

“Non ho bisogno di chi mi perdona,

Io faccio da sola,

faccio da sola

e sono pazza di me.

Mi sono odiata abbastanza”

celebra una certa forma di autoassoluzione…

“Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,16)

Laudetur Jesus Christus

Mauro Bonaita

5 aprile 2024

Canale telegram degli Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo

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