Invitati dall'ideatore e autore della lettera, avvocato Roberto De
Petro, a collaborare, gli Alleati aderiscono all'iniziativa di
denunciare lo scandalo della mostra blasfema organizzata dai francescani
di Palermo e chiederne l' annullamento o quanto meno a modificarne il
titolo.
Il soggetto della mostra, falsamente denominata “Cristo in gonnella” che
verrà inaugurata a Palermo il 27 gennaio ore 19, nulla ha a che fare con
il Nostro Signore Gesù Cristo. Né ha nulla a che fare, come da alcuni
superficialmente ipotizzato con il
Cristo di Scicli (Sicilia) o Crocifisso con la Veste anche detto
IL CRISTO DI BURGOS
se non per risibili apparenti similarità.
Carissimi, ricordiamo alcune faccende basilari, vitali nella confusione
e nel disorientamento liquido imperante dove bello e brutto, giusto e
sbagliato vorrebbero che credessimo siano la stessa cosa. E non ci
crediamo e mai ci crederà chi non impazzisca completamente.
Cristo per essere tale deve avere i chiodi nelle mani e nei piedi.
L'ipotetico Cristo della mostra, guardate le immagini, non ha il chiodo
sulla destra.
Sulla sinistra c'è uno strano volto e soprattutto non si vede il chiodo nei
piedi, coperti da una mostruosa figura para-angelica, sessuata con seni e
priva di testa.
L'abito indossato dal Cristo, Sacerdote in Eterno, di
Burgos e di Scicli, è un abito sacerdotale, dignitoso con pizzi e merletti e
non è una mediocre "gonnella" scozzese che con l'abito sacerdotale non ha
nulla a che vedere.
Quindi il soggetto in questione non è Cristo. Se
non è Cristo lo dicano. Anche perché usare il nome di Dio vanamente e
vanitosamente per il successo di una sciatta mostra è peccato mortale, quale
impugnazione della verità rivelata e di questo ciascuno che se ne renda
responsabile, in gonnella o in pantaloncini, volente o nolente dovrà rendere
conto a Dio Stesso.
Inoltre dare quel titolo alla mostra, in questi
tempi in cui l'omosessualità è sdoganata, pubblicizzata fino allo sfinimento
dal gender, le transazioni sessuali, i gay pride e benedetta dalla gerarchia
vaticana, fuori da ogni dubbio fa pensare che sia finalizzata al duplice
obiettivo di : prendersi pubblicamente e reiteratamente gioco
dell'Onnipotente, manipolare e annebbiare ideologicamente le coscienze.
E
che siano dei francescani ad averla pubblicizzata annunciandola con gioia,
ci fa capire che la coscienza ottenebrata ce l'ha innanzitutto chi vorrebbe
ottenebrare quella altrui.Ciascuno dà infatti ciò che ha.
Siamo
spiacenti di comunicare la nostra più totale dissociazione da costoro,
giacché per noi la gioia è Cristo morto e Risorto appunto, che essi non
conoscono.
Basta offendere Nostro Signore! Vergogna!
Dio conceda loro grazie di
conversione, dia Gloria al Suo nome e vendichi gli scandalizzati. Amen
Si prega di inoltrare quante più mail possibili agli indirizzi in calce e
di diffondere l'iniziativa in maniera massiccia.
Segue lettera da inoltrare:
"Con sconcerto apprendiamo della mostra blasfema in oggetto. Non è
bastato che Nostro Signore fosse tradito, schiaffeggiato, percosso (colaphis
eum ceciderunt), flagellato e finalmente fatto morire in Croce come un
infame, circondato da 2 malfattori.
Ci voleva pure questa empietà ad
opera di sedicenti "francescani", che al tradimento e alla bestemmia
aggiungono anche lo scandalo dei fedeli.
Del resto, cosa ci si può
aspettare quando la stessa gerarchia ecclesiastica benedice le "gaie" unioni
e nega perfino l'esistenza dell'inferno?
Ivi vi attende il "caloroso" benvenuto di Giuda.
Non peggiorate la
vostra situazione e annullate questa mostra vergognosa".
Luogo e data
Firma
Avv. R. De Petro in collaborazione con gli Alleati dell'Eucarestia e del
Vangelo
Sabato 20 gennaio 2023
Veronica Cireneo
Invitati dall'ideatore e autore della lettera, avvocato Roberto De
Petro, a collaborare, gli Alleati aderiscono all'iniziativa di
denunciare lo scandalo della mostra blasfema organizzata dai francescani
di Palermo e chiederne l' annullamento o quanto meno a modificarne il
titolo.
Il soggetto della mostra, falsamente denominata “Cristo in gonnella” che
verrà inaugurata a Palermo il 27 gennaio ore 19, nulla ha a che fare con
il Nostro Signore Gesù Cristo. Né ha nulla a che fare, come da alcuni
superficialmente ipotizzato con il
Cristo di Scicli (Sicilia) o Crocifisso con la Veste anche detto
IL CRISTO DI BURGOS
se non per risibili apparenti similarità.
Carissimi, ricordiamo alcune faccende basilari, vitali nella confusione
e nel disorientamento liquido imperante dove bello e brutto, giusto e
sbagliato vorrebbero che credessimo siano la stessa cosa. E non ci
crediamo e mai ci crederà chi non impazzisca completamente.
Cristo per essere tale deve avere i chiodi nelle mani e nei piedi.
L'ipotetico Cristo della mostra, guardate le immagini, non ha il chiodo
sulla destra.
Sulla sinistra c'è uno strano volto e soprattutto non si vede il chiodo nei
piedi, coperti da una mostruosa figura para-angelica, sessuata con seni e
priva di testa.
L'abito indossato dal Cristo, Sacerdote in Eterno, di
Burgos e di Scicli, è un abito sacerdotale, dignitoso con pizzi e merletti e
non è una mediocre "gonnella" scozzese che con l'abito sacerdotale non ha
nulla a che vedere.
Quindi il soggetto in questione non è Cristo. Se
non è Cristo lo dicano. Anche perché usare il nome di Dio vanamente e
vanitosamente per il successo di una sciatta mostra è peccato mortale, quale
impugnazione della verità rivelata e di questo ciascuno che se ne renda
responsabile, in gonnella o in pantaloncini, volente o nolente dovrà rendere
conto a Dio Stesso.
Inoltre dare quel titolo alla mostra, in questi
tempi in cui l'omosessualità è sdoganata, pubblicizzata fino allo sfinimento
dal gender, le transazioni sessuali, i gay pride e benedetta dalla gerarchia
vaticana, fuori da ogni dubbio fa pensare che sia finalizzata al duplice
obiettivo di : prendersi pubblicamente e reiteratamente gioco
dell'Onnipotente, manipolare e annebbiare ideologicamente le coscienze.
E
che siano dei francescani ad averla pubblicizzata annunciandola con gioia,
ci fa capire che la coscienza ottenebrata ce l'ha innanzitutto chi vorrebbe
ottenebrare quella altrui.Ciascuno dà infatti ciò che ha.
Siamo
spiacenti di comunicare la nostra più totale dissociazione da costoro,
giacché per noi la gioia è Cristo morto e Risorto appunto, che essi non
conoscono.
Basta offendere Nostro Signore! Vergogna!
Dio conceda loro grazie di
conversione, dia Gloria al Suo nome e vendichi gli scandalizzati. Amen
Si prega di inoltrare quante più mail possibili agli indirizzi in calce e
di diffondere l'iniziativa in maniera massiccia.
Segue lettera da inoltrare:
"Con sconcerto apprendiamo della mostra blasfema in oggetto. Non è
bastato che Nostro Signore fosse tradito, schiaffeggiato, percosso (colaphis
eum ceciderunt), flagellato e finalmente fatto morire in Croce come un
infame, circondato da 2 malfattori.
Ci voleva pure questa empietà ad
opera di sedicenti "francescani", che al tradimento e alla bestemmia
aggiungono anche lo scandalo dei fedeli.
Del resto, cosa ci si può
aspettare quando la stessa gerarchia ecclesiastica benedice le "gaie" unioni
e nega perfino l'esistenza dell'inferno?
Ivi vi attende il "caloroso" benvenuto di Giuda.
Non peggiorate la
vostra situazione e annullate questa mostra vergognosa".
Luogo e data
Firma
Avv. R. De Petro in collaborazione con gli Alleati dell'Eucarestia e del
Vangelo
Sabato 20 gennaio 2023
Veronica Cireneo
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